CONTINUA IL VIAGGIO DI PAPA FRANCESCO A TIMOR EST: OGGI LA SANTA MESSA DAVANTI A 600MILA CRISTIANI A DILI

Ragionare sui numeri non sempre è la strada migliore per raccontare un evento, ma pensare che alla Santa Messa celebrata da Papa Francesco nella capitale di Timor Est hanno partecipato circa 600mila fedeli, ovvero la metà esatta della popolazione globale dell’isola indipendente dall’Indonesia dopo anni di persecuzioni e lotte, ecco questo sì che fa impressione. Nel Paese più “cattolico al mondo” (in proporzione tra battezzati e residenti si arriva a quote come il 98% di cristiani), Papa Francesco prosegue il suo lungo pellegrinaggio per l’Asia e l’Oceania nel 45esimo Viaggio Apostolico da quanto è Pontefice: dopo Indonesia e Papua Nuova Guinea, l’abbraccio ricevuto dal Papa sulla spianata di Taci Tolu a Dili, la stessa dove nel 1989 San Giovanni Paolo II venne per accendere i riflettori del mondo sulla lotta per l’indipendenza del Timor Est.



Come sempre grazie alla diretta video streaming fornita dal canale YouTube di Vatican News a livello mondiale è stato possibile seguire i due incontri di stamani e la successiva Santa Messa con il popolo cristiano dell’isola: il programma di oggi 10 settembre 2024 ha visto la visita di Papa Francesco ai bambini con disabilità nella scuola “Irmas Alma”, a seguire invece l’incontro con le autorità ecclesiali, i seminaristi e i catechisti all’interno della Cattedrale dell’Immacolata Concezione. Secondo Papa Bergoglio, Timor Est rappresenta l’esempio perfetto di chi si trova ai confini del mondo e che pur così determina la centralità del Vangelo che infatti “guarda alla periferie”. È proprio nel cuore di Cristo che le singole “periferie” dell’esistenza trovano il proprio centro di gravità, aggiunge Papa Francesco: a Timor Est: come già spiega in Indonesia, da cui il popolo dell’isola di Timor ha dovuto liberarsi vent’anni fa con il sangue della libertà versato da migliaia di resistenti, è la successiva riconciliazione “profusa” dal piccolo Paese ancora molto giovane ad essere evidenziata dal Vaticano.  «Un profumo di riconciliazione e di pace dopo gli anni sofferti della guerra»: per Papa Francesco è proprio l’insieme di perdono, compassione e generosità a permettere di risollevare società ed economie altrimenti condannate al crollo verticale.



L’OMELIA DI PAPA FRANCESCO E L’INVITO A STARE ATTENTI DAVANTI ALLA “CANCEL CULTURE”

Ma è la Santa Messa davanti a più di mezzo milione di persone – moltissimi dei quali sotto gli ombrelli color del Vaticano – ad aver visto concentrare l’intero messaggio di pace e di dialogo profuso da Papa Francesco in questa penultima tappa del Viaggio prima del volo verso Singapore previsto per domani mattina (qui il programma ufficiale dei prossimi giorni di viaggio con Papa Francesco, ndr). Nell’omelia in spagnolo tenuta davanti alla spianata che già ospitò Papa Wojtyla, Papa Francesco si sofferma sull’immagine del bello e del “giovane” che traspare da questo popolo in festa per la visita del Santo Padre.



«Siete un Paese giovane in cui in ogni angolo si sente pulsare, esplodere la vita», ha detto il Papa parlando spesso a braccio nell’omelia della Santa Messa a Dili e facendo riferimento all’intercessione della Madonna che rende possibile il dialogo costante fra la persona e il Signore. «La vera regalità», sottolinea Papa Francesco dall’altare centrale, è chi riesce a donare la vita per amore, proprio come fatto da Maria, e come Gesù, «che sulla croce ha dato tutto, facendosi piccolo, indifeso, debole per far posto a ciascuno di noi nel Regno del Padre».

Come già aveva sottolineato in un passaggio del discorso ai religiosi cattolici in mattinata, Papa Francesco al termine della Santa Messa ha rivolto un appello al popolo di Timor Est dicendo di difendere il più possibile la propria tradizione e cultura cristiana dagli attacchi esterni (leggasi “cancel culture“, ndr): con l’immagine del coccodrillo, realmente esistenti in alcuni punti delle coste di Timor Est, il Santo Padre rivolge il suo appello, «State attenti ai coccodrilli che vi vogliono cambiare la storia e la cultura. Non vi avvicinate a essi perché mordono e mordono molto. Conservate la fede!». Ai sacerdoti locali appena poche ore prima il Papa aveva richiesto una Chiesa sempre capace di “inculturare la fede”, in quanto l’incapacità a farlo rischia di portare la sposa di Dio verso forme “elitiste” e tutt’altro che feconde.