IL PAPA E I “TEMI ETICI”: “ABORTO È OMICIDIO, UTERO IN AFFITTO È DISUMANO”

Non di solo guerre, infanzia e rapporti con Ratzinger parla Papa Francesco nelle ampie anticipazioni emerse oggi sul “Corriere della Sera” e su “TgCom24” in merito all’autobiografia scritta a 4 mani con il vaticanista di Mediaset Federico Marchese Ragona. In “Life. La mia storia nella Storia” il Santo Padre fa il punto dei cosiddetti “temi etici”, con affermazioni e posizioni che non piaceranno del tutto ai larghi ambienti della sinistra mondiale che in Papa Francesco vedono un leader di riferimento anche fuori dalla dimensione meramente religiosa.



Il Papa non fa che ripetere quanto sempre affermato in questo Pontificato, ovvero che la difesa della vita umana deve sempre essere al primo posto: se però essa viene “accettata” ed esaltata quando Bergoglio parla di migranti e poveri, discorso diverso quando attacca duramente l’aborto, l’eutanasia e le pratiche di maternità surrogata: «Dobbiamo difendere sempre la vita umana, dal concepimento fino alla morte», spiega a Marchese Ragona nella lunga autobiografia. Papa Francesco non si stanca di ripetere che l’aborto è nient’altro che un «omicidio», un atto «criminale, non ci sono altre parole: significa scartare, eliminare una vita umana che non ha colpe». Secondo la visione del Pontefice, l’aborto è una sconfitta per chi lo pratica e per chi si rende “complice”, «dei killer prezzolati, dei sicari! Mai più aborti, per favore!». Anche per questo motivo, il Papa richiama la difesa e la promozione della obiezione di coscienza: nel corso delle pagine il Santo Padre condanna poi anche la pratica dell’utero in affitto, «una pratica inumana e sempre più diffusa che minaccia la dignità dell’uomo e della donna, con i bambini trattati come merce».



LE ANTICIPAZIONI DELLA AUTOBIOGRAFIA DI PAPA FRANCESCO IN 5 PUNTI

Nella vasta autobiografia scritta con il vaticanista e amico personale Federico Marchese Ragona – e anticipata oggi con ampli stralci da Aldo Cazzullo sul “Corriere della Sera”, Papa Francesco affronta nel dettaglio tutti gli 88 anni di vita intensa, dalle origini in Argentina alla vita con Cristo ‘disvelata’ dopo un importante storia d’amore, fino ai 10 anni di Pontificato appena compiuti. Riassumibile il tutto in 5 grandi “macro-temi” con cui Papa Francesco racconta per davvero la sua “storia nella Storia”: si parte con le origini e l’infanzia dove l’immagina di nonna Rosa emerge come fondamentale nella formazione del giovanissimo Jorge Mario Bergoglio. La lingua piemontese dei nonni, la partenza della nave Principessa Mafalda, che avrebbe potuto cambiare il destino della famiglia, e l’intreccio di storie personali con le problematiche vissute da un’Argentina in subbuglio.



Si passa poi al secondo tema legato alle influenze culturali e le prime esperienze, come quella con l’insegnante atea comunista Esther rispettosa però della sua fede cattolica: il Santo Padre racconta nel libro di come la sua visione politica e sociale si sia ampliata in quegli anni, radicando il suo interesse per la giustizia sociale e i poveri. La vocazione religiosa è il terzo macro-punto, il vero turning point dell’esistenza di Jorge Bergoglio: dal golpe in Argentina alla chiamata del Signore, si forma e si struttura l’uomo che divenne poi decenni dopo Papa della Chiesa mondiale. Qui i racconti delle varie azioni di protezioni della sua Diocesi anche grazie al suo contributo durante la dittatura militare, evidenziando come il tutto sia stato compiuto legando una forte dedizione ai principi del Vangelo. La quarta parte delle anticipazioni emerse finora dell’opera di Papa Francesco con Ragona è legata al Papato iniziato nel 2013 e la sua visione del mondo: i temi globali (pace, ambiente,), quelli etici (aborto, eutanasia, LGBTQ) e le condanne forti per armi e capitalismo sfrenato formulano quello che oggi viene riconosciuto come il Magistero di Francesco con nette caratteristiche riconoscibili. Da ultimo, il Santo Padre parla della sua relazione con la modernità in rapporto alla tradizione: il racconto di una profonda antipatia nei confronti della televisione segna una sorta di “distacco” dagli aspetti della cultura contemporanea, preferendo una spiritualità più profonda. Questo non toglie la volontà di rimanere aggiornato sfruttando al meglio la tecnologia per raggiungere più cuori possibili nel mondo globalizato di oggi.