PAPA FRANCESCO SVELA: “RATZINGER ERA IL MIO CANDIDATO AL CONCLAVE. CARDINALI VOLEVANO USARMI CONTRO DI LUI MA…”
Dall’autobiografia “Life” fino al più recente “Papa Francisco. El sucesor”: è negli ultimi due libri su Papa Francesco che emergono dettagli inediti – e piuttosto “rari”, visto il tema – sugli ultimi due conclave della storia della Chiesa. Se però sull’ultimo in ordine cronologico, quello del 2013 dopo le storiche dimissioni di Benedetto XVI, Papa Bergoglio è già intervenuto ampiamente nel libro-autobiografia scritta a 4 mani con il giornalista Federico Marchese Ragona, viene dalla Spagna il racconto fatto dal Santo Padre al giornalista Javier Martinez Brocal in merito al conclave del 2005 dopo la morte di Giovanni Paolo II.
«In quel conclave alcuni cardinali mi hanno usato», così racconta Papa Francesco nell’ultimo libro-intervista in uscita per Edizioni Planeta, rilanciato con ampi stralci oggi dal “Messaggero”: nella Chiesa vige la regola tra i cardinali di non rivelare nulla in merito ai conclavi, elemento però non valido per i Pontefici, e così scattano alcuni dettagli non da poco rivelati da Bergoglio. «È successo che sono arrivato ad avere quaranta dei centoquindici voti nella Cappella Sistina. Erano sufficienti per frenare la candidatura del cardinale Joseph Ratzinger, perché, se mi avessero continuato a votare, non avrebbe potuto raggiungere i due terzi necessari per essere eletto papa»: dei 115 cardinali votanti in quel conclave successivo alla morte di Karol Wojtyla, in molti vi era l’idea di mettere il nome di Jorge Mario Bergoglio per “bloccare” l’elezione di Ratzinger, negoziando poi un terzo candidato diverso ancora. Questo racconta Papa Francesco che infatti aggiunge «Mi hanno detto, più tardi, che non volevano un papa straniero»: la manovra ha coinvolto molti, «Usavano me, ma dietro stavano già pensando di proporre un altro cardinale. Non erano ancora d’accordo su chi, ma stavano già per lanciare un nome».
DA BERGOGLIO A MARTINI, GLI RETROSCENA SUL CONCLAVE DEL 2005
Quando però l’allora arcivescovo di Buenos Aires si accorse della manovra, rivela ancora Papa Francesco, «ho detto a un cardinale latinoamericano, il colombiano Darío Castrillón: “Non prendete in giro con la mia candidatura, perché in questo momento dirò che non accetterò, eh? Lasciami lì. E lì è già uscito eletto Benedetto”». Il Pontefice spiega che Joseph Ratzinger era il suo candidato nel conclave 2005, i suoi voti andarono per l’amico e collaboratore di San Giovanni Paolo II: «era l’unico che in quel momento poteva essere papa. Dopo la rivoluzione di Giovanni Paolo II, che era stato un pontefice dinamico, molto attivo, con iniziativa, che viaggiava… c’era bisogno di un papa che mantenesse un sano equilibrio, un papa di transizione». Papa Francesco sempre nel libro spagnolo spiega che se al posto di Benedetto XVI avessero scelto all’epoca un Pontefice come Bergoglio «che fa un sacco di casino, non avrei potuto fare nulla. A quel tempo, non sarebbe stato possibile. Sono uscito felice. Benedetto XVI fu un uomo che accompagnò il nuovo stile».
Lo Spirito Santo con quella scelta, aggiunge Bergoglio, è come se avesse detto «Qui comando io. Non c’è spazio per manovre». I nomi dei possibili pontefici italiani che si facevano in curia ormai 19 anni fa erano quelli i Angelo Sodano – all’epoca Segretario di Stato Vaticano – e Carlo Maria Martini, il gesuita arcivescovo di Milano in quegli anni. La conferma arriva dallo stesso Francesco che in qualche modo coincide con quanto spiegato da padre Fausti, gesuita confessore di Martini, come spiega oggi il “Messaggero”: «Martini avrebbe spostato i suoi consensi su Ratzinger proprio per evitare giochi sporchi per eliminare entrambi ed eleggere uno di Curia, molto strisciante, che non ci è riuscito». Esattamente come Bergoglio, anche Martini una volta scoperta la “manovra” per opporsi a Ratzinger, prese parola e andò dal futuro Papa Benedetto XVI a dirgli «accetta domani di diventare Papa con i miei voti. Tu che sei in Curia da trent’anni e sei intelligente e onesto: se riesci a riformare la Curia bene, se no te ne vai», conclude padre Fausti.