La famiglia Clinton irrompe sulla scena politica, e lo fa con un dialogo con Papa Francesco sulle emergenze del nostro tempo. Si è tenuto il vertice annuale della sua Global Initiative, uno strumento filantropico inventato dall’ex presidente Usa proprio alla fine del suo mandato, per aiutare le ambizioni politiche della moglie Hillary, nel frattempo eletta senatrice. Quando però si è candidata alla Casa Bianca, nel 2016, la Clinton Global Initiative aveva fermato le sue attività e il vertice annuale si tiene in corrispondenza dell’Assemblea generale dell’Onu per non creare conflitti di interesse.
L’anno scorso sono riprese le operazioni, ora l’obiettivo è aiutare a trovare soluzioni a problemi come clima, migranti e guerra in Ucraina. Quest’anno riparte più forte grazie alla «conversazione speciale tra il presidente Clinton e Sua Santità Papa Francesco», riguardo «cosa è necessario per far avanzare le sfide globali più pressanti del nostro tempo, come i cambiamenti climatici, la crisi dei rifugiati, il benessere dei bambini, e la missione dell’ospedale Bambino Gesù». L’idea era nata il 5 luglio, quando Bill Clinton fu ricevuto da Papa Francesco a Santa Marta.
PAPA “VENTO DI GUERRA SOFFIA SUL MONDO”
Nel suo discorso, Papa Francesco ha parlato delle grandi sfide del nostro tempo, a partire dalla protezione della nostra casa comune, ed elogiato il lavoro dell’ospedale pediatrico Bambin Gesù. «È importante diffondere una cultura dell’incontro, una cultura del dialogo, una cultura dell’ascolto e della comprensione», ha esordito il Santo Padre nel suo intervento virtuale alla Clinton Global Initiative. Bergoglio ha evidenziato la necessità di condividere il punto di vista su come contribuire al bene comune e come non lasciare da parte le persone più vulnerabili, come i bambini.
Come riportato da Vatican News, il Vescovo di Roma ha sottolineato che stiamo vivendo un cambiamento d’epoca e che solo insieme possiamo essere migliori. «Solo insieme possiamo guarire il mondo da un anonimato che è la globalizzazione dell’indifferenza». Alle tante sfide di oggi, Francesco ha aggiunto «il vento di guerra che soffia nel mondo», ribadendo che «c’è bisogno di una grande e comune assunzione di responsabilità». Inoltre, ha ribadito che nessuna sfida è troppo grande se la affrontiamo a partire dalla conversione personale di ciascuno di noi. «Nessuna sfida può essere affrontata da soli. Non da soli. Solo insieme. Sorelle e fratelli, figli di Dio», ha insistito il pontefice.
PAPA “FERMIAMOCI FINCHÉ SIAMO IN TEMPO”
Papa Francesco ha incoraggiato ancora una volta a non arrendersi di fronte alle difficoltà e sottolineato l’importanza di superare l’egoismo e la divisione a favore dell’unità. Inoltre, ha invitato a costruire la pace e la fraternità, implorato il ritorno al dialogo, alla diplomazia e alla fine dei disegni di conquista e di aggressione militare. Per quanto riguarda la crisi climatica, Bergoglio ha chiesto di fermare la catastrofe ecologica prima che sia troppo tardi. Per questo motivo, ha spiegato di aver scelto di scrivere un nuovo documento, a 10 anni dall’enciclica Laudato sì. «Fermiamoci finché siamo in tempo, per favore. Fermiamoci finché siamo in tempo».
Un’altra delle sfide del mondo di oggi è affrontare insieme l’emergenza migranti, pensando ai più piccoli, alla loro educazione e cura. Infine, riguardo il Bambin Gesù, Papa Francesco lo ha definito un segno concreto di carità, «una testimonianza di come sia possibile coniugare la grande ricerca scientifica, finalizzata alla cura dei bambini, e l’accoglienza gratuita di chi ha bisogno». Il Santo Padre ha ricordato che l’ospedale accoglie i bambini e in questi terribili mesi segnati dalla guerra ha curato più di 2mila piccoli pazienti ucraini, fuggiti dal loro Paese con i loro genitori e parenti. «Nel campo della salute, oggi più che mai, la prima e più concreta forma di carità è la scienza, la capacità di guarire, che però deve essere accessibile a tutti».