LA QUARTA LETTERA DI PAPA FRANCESCO ALLA CONFERENZA OUTREACH CON I CATTOLICI LGBTQ: IL MESSAGGIO A PADRE JAMES MARTIN
Da “chi sono io per giudicare” alla “troppa frociaggine”: i giudizi “schizofrenici” sulle parole dette da Papa Francesco durante il suo magistero sulle persone LGBTQ+ non sono di fatto mai terminati e ogni volta che il Santo Padre si avvicina alla tematica riparte il consueto tourbillon di commenti. È notizia di ieri della lettera inviata da Bergoglio alla conferenza Outreach che raccoglie la “pastorale” cattolica per persone LGBTQ, guidati dal sacerdote gesuita padre James Martin: Papa Francesco in occasione della nuova conferenza alla Georgetown University di Washington tra il 2 e il 4 agosto 2024 ha incaricato l’arcivescovo cardinale Wilton Gregory alla celebrazione della Santa Messa con tutti i partecipanti.
Da anni ormai padre Martin segue, su nomina del Santo Padre, il suo apostolato tra le persone LGBTQ e già diverse volte aveva scritto a Papa Francesco negli scorsi anni per ricevere la benedizione: dopo le lettere del 2021, 2022 e dello scorso anno, anche per la nuova conferenza Outreach non mancano i saluti del Vaticano. «Sono contento che il cardinale Gregory celebrerà la messa; sarò spiritualmente con lui e con tutti voi, uniti nella preghiera». La breve lettera, pubblicata online sul sito di Outreach, vede poi l’invito finale a padre Martin e a tutta la pastorale: «Che Gesù vi benedica e che la Santa Vergine vi custodisca».
PAPA FRANCESCO E PADRE MARTIN SUL RAPPORTO TRA LE PERSONE LGBTQ E LA FEDE CATTOLICA
Nella lettera inviata alla conferenza Outreach del 2022, Papa Francesco esortava padre Martin e la pastorale LGBTQ a lavorare sempre all’insegna della cultura dell’incontro, in quanto «accorcia le distanze e ci arricchisce con le nostre differenze, proprio come ha fatto Gesù, che si è fatto vicino a tutti». Ad inizio giugno 2024 Papa Francesco ha anche incontrato a Casa Santa Marta padre James Martin in occasione dell’uscita del nuovo libro “Lazzaro vieni fuori”, con la prefazione curata dallo stesso Santo Padre: «leggendo la dettagliata analisi di James Martin, si tocca con mano il significato profondo del gesto di Gesù di fronte a un morto “morto”, che emana cattivo odore, metafora della putrefazione interiore che il peccato genera nella nostra anima».
Secondo Papa Francesco, il Signore Gesù non ha mai timore di avvicinarsi al peccatore, ma proprio a nessun peccatore, «anche il più imperterrito e sfacciato. Lui ha solo una preoccupazione: che nessuno si perda, che nessuno perda la possibilità di sentire l’abbraccio amoroso di suo Padre». Il mestiere di Dio, ricordava il Pontefice, è sempre lo stesso: perdonare e perdonare. Intervistato da Vatican News, padre Martin si sofferma sulla capacità di Gesù di non avere alcuna paura per i peccati umani: «L’insegnamento è che tutto ciò che ci impedisce di ascoltare più liberamente la parola di Dio deve essere lasciato nel sepolcro per poter entrare nella nuova vita». In una ulteriore lettera inviata nel gennaio 2023 alla comunità LGBTQ, che si ritrova in questi giorni alla conferenza Outreach, Papa Francesco spiegava ulteriormente la posizione della Chiesa di fronte ai temi “arcobaleno”: «l’omosessualità non è reato, per sottolineare che la criminalizzazione non è né buona né giusta», scriveva il Papa richiamando l’intervista alla Associated Press che tanto scalpore aveva creato, «Quando ho detto che è un peccato, mi riferivo semplicemente alla dottrina morale cattolica, che dice che ogni atto sessuale al di fuori del matrimonio è un peccato».