PAPA FRANCESCO CANCELLA L’INCONTRO CON KIRILL A GERUSALEMME

Papa Francesco non vedrà Kirill il prossimo 14 giugno a Gerusalemme e né si recherà in Ucraina: in un colpo solo, all’interno di una breve intervista al quotidiano argentino “La Nacion”, il Santo Padre blocca due iniziative da lui stesso promulgate per provare a intavolare una vera pace definitiva tra Russia e Ucraina.



Nei giorni scorsi era stato proprio Papa Francesco a confermare la possibilità di un viaggio imminente a Kiev, così come le “trattative” con Mosca per un incontro a due a Gerusalemme la prossima metà di giugno erano piuttosto avanzate: invece si blocca tutto, per bocca dello stesso Pontefice. «Non posso fare nulla – ha detto a “La Nacion” – che metta a rischio gli obiettivi superiori, che sono la fine della guerra, una tregua o almeno un corridoio umanitario. A che servirebbe che il Papa andasse a Kiev se la guerra continuasse poi il giorno seguente». Ma a far ulteriore notizia, ancor più “roboante” dopo l’appello più volte rilanciato dal Papa per una tregua in vista della Pasqua Ortodossa, è l’annullamento del probabile vertice con il capo della Chiesa Ortodossa a Gerusalemme, prolungamento del viaggio in Libano previsto per Francesco il 12-13 giugno.



IL PUNTO DI PAPA FRANCESCO SULLA GUERRA IN UCRAINA

«Nonostante i rapporti con il patriarca di Mosca Kirill siano molto buoni, la nostra diplomazia ha capito che un incontro di noi due in questo momento potrebbe creare molta confusione»: lo ha detto Papa Francesco parlando con il giornalista Joaquín Morales Solá.

«Mi rammarico – continua il Santo Padre – che il Vaticano abbia dovuto sospendere un secondo incontro con il patriarca Kirill, che avevamo programmato per giugno a Gerusalemme»: sempre nel dialogo con “La Nacion” Francesco ribadisce di aver sempre promosso il dialogo interreligioso fin dai tempi della Diocesi di Buenos Aires, «quando ero vescovo ho riunito cristiani, ebrei e musulmani in un dialogo fruttuoso. È stata una delle iniziative di cui sono più orgoglioso. È la stessa politica che promuovo in Vaticano. Come mi avete sentito dire molte volte, per me l’accordo è superiore al conflitto». Papa Francesco ha poi voluto fare il “punto” sull’attuale, «ripugnante e anacronistica», guerra in Ucraina: «ho anche baciato pubblicamente la bandiera ucraina – spiega al quotidiano argentino- . È stato un gesto di solidarietà con i loro defunti, con le loro famiglie e con coloro che soffrono l’emigrazione». Spiegando forse al meglio il perché ha preferito bloccare la visita a Kiev e l’incontro con il patriarca russo, Papa Francesco conclude «Non posso fare nulla che metta a rischio obiettivi più elevati, che siano la fine della guerra, una tregua o, almeno, un corridoio umanitario».