L’ANGELUS DI PAPA FRANCESCO CON L’ELOGIO DEL RIPOSO E L’ALLARME SULL’ATTIVISMO ECCESSIVO

La sacralità del riposo contro i rischi dell’attivismo, il tutto inserito in un costante appello contro le guerre che rimanda a tutto il mondo il messaggio di pace di Cristo: così l’Angelus di Papa Francesco di domenica 21 luglio 2024 pone l’accento su più tematiche legate al Vangelo odierno (dal passo di Marco sui compiti dei discepoli nel mondo dopo l’annuncio della Resurrezione), soffermandosi sul tema ben poco battuto del “riposo” unito alla compassione.



«Sembrano due cose inconciliabili, l’invito a riposare e la compassione, e invece vanno insieme: riposo e compassione», introduce Papa Francesco nella catechesi proposta in una torrida Piazza San Pietro come sempre a mezzogiorno: la preoccupazione del Signore è quella che noi esseri umani possiamo patire una società in cui il “fare” è il dominus assoluto. Cala la vita, cala la missione della “Buona Novella” e cala il cuore dell’individuo, sempre più arido: «la missione, o il lavoro, così come il ruolo e i compiti che ci sono affidati ci rendono vittime dell’attivismo, e questa è una cosa brutta: troppo preoccupati delle cose da fare, troppo preoccupati dei risultati. E allora succede che ci agitiamo e perdiamo di vista l’essenziale, rischiando di esaurire le nostre energie e di cadere nella stanchezza del corpo e dello spirito».



Il monito di Papa Francesco è centrale per la società moderna, dove spesso la “fretta” la fa veramente da padrone: così prima della recita dell’Angelus il Santo Padre ribadisce, «fratelli e sorelle, stiamo attenti alla dittatura del fare! E questo può succedere per necessità anche nelle famiglie, quando per esempio il papà per guadagnare il pane è costretto ad assentarsi per lavoro, dovendo così sacrificare il tempo da dedicare alla famiglia». Secondo Bergoglio è una vera ingiustizia sociale che migliaia di famiglie siano costrette a vivere una vita con i genitori poco presenti, spesso per incombenze di lavoro necessarie per portare avanti il mantenimento dell’intero nucleo familiare: «papà e mamma dovrebbero avere il tempo per condividere con i figli, per far crescere questo amore famigliare e non cadere nella dittatura del fare. Pensiamo a cosa possiamo fare per aiutare le persone che sono costrette a vivere così».



LE OLIMPIADI, LA PACE E LE GUERRE: I MESSAGGI DI PAPA FRANCESCO E DEL CARDINALE PAROLIN (IN VISITA AD ODESSA)

L’invito al riposo però non è una fuga dal mondo o dalle responsabilità, chiarisce subito Papa Francesco sempre dall’Angelus in Vaticano: «di fronte alla gente smarrita Egli prova compassione. E allora dal Vangelo impariamo che queste due realtà – riposo e compassione – sono legate: solo se impariamo a riposare possiamo avere compassione». È possibile avere uno sguardo di compassione verso il prossimo solo se il cuore umano non viene consumato dall’attivismo e dai mille impegni; solo se, in ultima analisi, il cristiano riesce a fermarsi e nel silenzio dell’adorazione di Gesù riesce a «ricevere la Grazia di Dio».

Dopo l’invito a riposare nello Spirito e nel prendersi un “deserto interiore” in mezzo alle attività di tutti i giorni, Papa Francesco dedica un pensiero agli imminenti Giochi Olimpici al via a Parigi in settimana: rinnova l’invito ad una tregua da tutte le guerre durante le Olimpiadi, aggiungendo «Auspico che questo evento possa essere segno del mondo inclusivo che vogliamo costruire e che gli atleti, con la loro testimonianza sportiva, siano messaggeri di pace e validi modelli per i giovani. In particolare, secondo l’antica tradizione, le Olimpiadi siano occasione per stabilire una tregua nelle guerre, dimostrando una sincera volontà di pace».

In queste stesse ore il Segretario di Stato Vaticano, Card. Pietro Parolin, è in missione ufficiale a Odessa in Ucraina per portare la vicinanza della Chiesa al popolo martoriato da oltre due anni di guerra contro la Russia: «non perdete la fiducia anche se sembra che il male abbia il sopravvento», ha detto il prelato parlando davanti al santuario mariano di Berdychiv. Parolin ha poi esortato la Chiesa affinché la preghiera per l’Ucraina possa essere costante, invocando il miracolo della pace pur nell’ora buia del Calvario «Dio converta i cuori di coloro che, allontanatisi dalle sue vie e divenuti schiavi del proprio orgoglio, seminano violenza e morte, calpestando negli altri quella dignità di figli».