IL MESSAGGIO DI PAPA FRANCESCO PER FERMARE LA GUERRA (NON SOLO IN UCRAINA)

Mentre sta per cominciare la delicata missione di pace del cardinale Zuppi in Cina, il messaggio di Papa Francesco giunto all’ultimo incontro internazionale di preghiera per la pace – promosso dalla Comunità di Sant’Egidio – concentra il tema della pace legandolo a quello altrettanto necessario della libertà. L’incontro organizzato a Berlino con la presenza stamane del Presidente della CEI, prima della partenza per Pechino, ha visto così le parole di Papa Francesco al centro del dibattito finale: «Il luogo del vostro incontro è particolarmente evocativo per il fatto che, proprio dove vi riunite, è avvenuto un fatto storico: la caduta del muro che separava la due Germanie. Quel muro divideva anche due mondi, l’Ovest e l’Est dell’Europa. La sua caduta, avvenuta con il concorso di vari fattori, il coraggio di tanti e la preghiera di molti, ha aperto nuove prospettive: libertà per i popoli, riunificazione di famiglie, ma anche speranza di un nuova pace mondiale, successiva alla guerra fredda».



Negli anni, spiega Papa Francesco tornando all’attualità, non si è purtroppo costruito una vera speranza comune, mentre sono rimasti a dominare interessi particolari ed egoismi: «Oggi la guerra devasta ancora troppe parti del mondo: penso a tante zone dell’Africa e del Medio Oriente, ma anche a molte altre regioni del pianeta; e all’Europa, che conosce la guerra in Ucraina, un conflitto terribile che non vede fine e che ha provocato morti, feriti, dolori, esodi, distruzioni». Richiamando l’incontro avvenuto un anno fa al Colosseo per la preghiera per la pace, Papa Francesco ricorda come l’invocazione pacifica non possa mai essere soppressa, «Il grido della pace esprime il dolore e l’orrore della guerra, madre di tutte le povertà». Di fronte allo scenario moderno, con il conflitto aperto in Ucraina e in molte parti di Medio Oriente e Africa, Papa Francesco non si limita agli “appelli”: «Occorre qualcosa di più. Occorre “l’audacia della pace”, che è al cuore del vostro incontro. Non basta il realismo, non bastano le considerazioni politiche, non bastano gli aspetti strategici messi finora in atto; occorre di più, perché la guerra continua. Occorre l’audacia della pace».



LA “MISSIONE” DEL PAPA ALL’ONU: “BASTA BOMBE A GRAPPOLO IN UCRAINA”

Davanti a guerre e scontri che perdurano ormai da tropo tempo, Papa Francesco nota come nel mondo di oggi sempre più veloce, i conflitti sembrano invece sempre più «lenti»: «Ci vuole il coraggio di saper svoltare, nonostante gli ostacoli e le obiettive difficoltà. L’audacia della pace è la profezia richiesta a quanti hanno in mano le sorti dei Paesi in guerra, alla Comunità internazionale, a tutti noi, specie agli uomini e alle donne credenti, perché diano voce al pianto delle madri e dei padri, allo strazio dei caduti, all’inutilità delle distruzioni, denunciando la pazzia della guerra». Serve così quell’audacia utile a destare animo e cuori di tutti, in particolare i credenti cristiani: «nei quali si converte in preghiera, per invocare dal Cielo quel che sembra impossibile in terra. L’insistenza della preghiera è la prima forma di audacia. Cristo nel Vangelo indica la ”necessità di pregare sempre, senza stancarsi mai”». Dai credenti ai politici e i responsabili diretti delle guerre, l’appello di Papa Francesco all’incontro per la pace a Berlino è netto: «Continuiamo a pregare per la pace senza stancarci, a bussare, con spirito umile e insistente alla porta sempre aperta del cuore di Dio e alle porte degli uomini. Chiediamo che si aprano vie di pace, soprattutto per la cara e martoriata Ucraina».



L’audacia della pace contro il criterio “di morte” della guerra viene portata avanti dal Vaticano anche con atti concreti come quelli visti nell’ultima riunione presso l’ONU per l’11esimo incontro degli Stati parte della Convenzione sulle munizioni a grappolo (presieduto dall’Iraq): «La Santa Sede chiede a tutte le parti in conflitto in Ucraina di cessare immediatamente l’utilizzo delle bombe a grappolo». Così ha spiegato la delegazione del Vaticano intervenuta nella giornata di lunedì a Ginevra: «I semi della pace giacciono nel dialogo sincero e nell’applicazione della legge internazionale, incluso il diritto umanitario internazionale e il lascito mortale delle bombe a grappolo rappresenta una cocente sconfitta per la gente innocente che soffre per la crudeltà del conflitto, come anche per il raggiungimento dello sviluppo umano integrale e la preservazione della stabilità e della pace». Le bombe a grappolo sono state fornite dagli Stati Uniti all’esercito ucraino dallo scorso luglio, con protesta pubblica della Chiesa Cattolica tanto negli Usa quanto con lo stesso cardinale Zuppi durante la visita alla Casa Bianca con il Presidente Joe Biden: il Vaticano richiama così l’appello alla pace “audace” di Papa Francesco chiedendo azioni concrete per fermare la fornitura di armi del genere in un conflitto ancora lontano dalla tregua.