”LA STORIA DELLA CHIESA NON SIA SOLO APOLOGIA ANGELICA”: LA LETTERA DI PAPA FRANCESCO

È una lunga lettera piena di spunti e riflessioni quella pubblicata da Papa Francesco sul rinnovamento dello studio della storia della Chiesa: un aiuto ai sacerdoti ma anche un messaggio chiaro a tutti coloro che si approcciano allo studio di cosa è stata e cosa è ancora oggi la grande “sposa di Cristo”. Serve evitare di far passare eccessive apologie sugli errori del passato, così come serve puntare a superare ogni ideologia che allontana e “annienta” chi è diverso.



Nella lettera diffusa sul sito del Vaticano il Santo Padre sferza per bene gli anni della storiografia cristiana in cui una certa ritrosia sul raccontare errori e “macchie” del passato era effettivamente presente: si parte però dalla centralità dello studio della storia della Chiesa per far capire a chi oggi studia teologia che esiste una sensibilità storica che ci lega inevitabilmente con le generazioni presenti: «Nessuno può conoscere veramente chi è e che cosa intende essere domani senza nutrire il legame che lo connette con le generazioni di prima».



Studiare la Chiesa, e in generale la storia di ciò che ci precede, rappresenta una fortissima responsabilità etica, che condivide il centro della cristianità (l’avvenimento di Gesù) in legame allo sviluppo dell’umanità lungo i secoli: stare in rapporto con la realtà in maniera netta e solidale al contempo, scrive ancora Papa Francesco, senza nascondere la “polvere sotto il letto” di cosa nel passato ha rappresentato ombre nell’agire di alcuni personaggi all’interno della Chiesa. Per questo serve ripensare al racconto della Chiesa proteggendo le giovani generazioni dall’eccessivo “monofisismo ecclesiologico”. In poche parole, alle volte Papa Francesco ravvisa una abnorme visione «troppo angelica della Chiesa», ovvero una Chiesa tutt’altro che reale «perché non ha le sue macchie e le sue rughe». Una Chiesa che deve imparare invece a curare tali ferite è proprio quella che non nasconde, non “ammanta” il passato, non compie un’apologia passata, ma riconosce gli errori e guarisce piano piano quelle ferite.



PAPA FRANCESCO CONTRO LE “IDEOLOGIE CHE DISTRUGGONO IL DIVERSO”

Sempre nella lettera pubblicata a questo indirizzo da Papa Francesco si riflette sul legame tra lo studio della storia e le esortazioni compiute dalla Chiesa dopo il Sinodo del 2019 (come la “Christus Vivit“): il legame con la storia è necessario e fondamentale, e occorre per questo fare sempre tesoro di quanto avvenuto nel passato per collegarci meglio al nostro futuro. Papa Francesco contesta a tutto tondo ogni forma e “colore” delle ideologiche che imperversano la storia umana: «Quella persona ha bisogno che siate vuoti, sradicati, diffidenti di tutto, perché possiate fidarvi solo delle sue promesse e sottomettervi ai suoi piani».

Per questo motivo l’ideologia in quanto essenza arriva a distruggere tutto ciò che viene considerato “diverso”, ma proprio per questo la storia deve insegnarci l’antidoto al seme ideologico per evitare il ripercorrere di certi errori: la libertà cristiana e la connessione sempre con la realtà aiutano, stando attenti a non “cancellare il passato”, neanche quando è stato controverso e oscuro. La gravità del problema cresce, spiega ancora Papa Francesco nella lettera sullo studio della storia ecclesiale, se si pensa a storie di fatto «oculatamente e occultamente prefabbricate che servono per costruire memorie ad hoc, memorie identitarie e memorie escludenti». Serve ricordare e ricordare bene per poter andare avanti e per non perderci alcun legame con il reale, riconoscendo che «Proprio lì dove la Chiesa non ha trionfato agli occhi del mondo, è quando ha raggiunto la sua maggiore bellezza». Serve stare svegli e “all’opposizione”, come ricordava già il Cardinale Ratzinger negli anni Novanta secondo le ultime interviste inedite uscite in questi giorni con il nuovo volume su Benedetto XVI in uscita con la libreria Vaticana.