Si è creato un vero e proprio (ma fortunatamente piccolo) caso mediatico attorno alle parole pronunciate da Papa Francesco nella giornata di ieri mentre era ospite dell’Università Cattolica di Lovanio – in Belgio -: l’argomento era il ruolo delle donne all’interno della Chiesa cattolica, sollevato dall’istituzione universitaria belga solamente pochi giorni fa con la richiesta da parte del rettore Luc Sels ad aprire anche al sacerdozio per le tante donne che lo desiderano; reiterata da una lettera aperta firmata da alcuni docenti poco prima dell’ospitata di Papa Francesco.



I contenuti effettivi della lettera – purtroppo – non ci sono noti, ma oltre alle dichiarazioni del pontefice rilanciate da alcuni media, sappiamo per certo (dato che si può recuperare nella sua interezza semplicemente cliccando su queste parole) che il discorso era più ampio; forse aperto ad interpertazioni contrarie all’idea che Papa Francesco voleva restituire alla folla di ascoltatori in attesa di una risposta, ma comunque chiaro e conciso.



Senza rispondere mai direttamente alla richiesta di aprire al sacerdozio femminile, Papa Francesco ha invitato i presenti a non affrontare il tema seguendo dei “pregiudizi ideologici“, partendo piuttosto da una riflessione su “chi è la donna e chi è la Chiesa”: secondo il pontefice (infatti) le due entità possono essere considerate la stessa cosa – tanto che ricorda che “non è ‘il’ Chiesa” – tenendo a mente che se da un lato “la donna nel popolo di Dio è figlia, sorella e madre“, dall’altro l’uomo “[è] figlio, fratello e padre”.



Papa Francesco: “Se le donne vogliono fare gli uomini rischiano di dimenticare la missione che gli ha affidato Dio”

La relazione e i rapporti uomo-donna – ha continuato Papa Francesco nel suo intervento – “esprimono il nostro essere a immagine di Dio” e ci esortano a procedere “insieme, non separatamente” per perseguire sempre e comunque “il ‘principio’ ad amare ed essere amati; una vocazione che è una missione”. Secondo il pontefice – di conseguenza – appare ovvio che “ciò che è caratteristico della donna (..) non viene sancito dal consenso o dalle ideologie“, ma è chiaramente sancito “da una legge originaria (..) scritta nella carne“.

Percorrendo una strada pericolosa, Papa Francesco è andato avanti nel suo ragionamento per ribadire che se la natura maschile e femminile è sancita dalla legge originaria, allora “la dignità è un bene inestimabile che nessuna legge umana può dare o togliere” e – nuovamente di conseguenza – la Chiesa percepisce i mutamenti di “questa dignità comune e condivisa” per definire e rivedere “la missione e la vita dell’uomo e della donna e il loro reciproco essere (..) nella comunione”.

La donna – continua Papa Francesco – “è accoglienza feconda, cura e dedizione vitale” che ha portato a Maria di dire quel “sì” che ha permesso “a Dio in persona” di venire al mondo: “Per questo – conclude il pontefice – è più importante la donna dell’uomo, ma è brutto quando la donna vuol fare l’uomo” dimenticando la “pesante [ed] importante” missione che le è stata affidata dallo stesso Dio all’alba dei tempi.