IL PARROCO DI GAZA: “MI HA CHIAMATO PAPA FRANCESCO. LA SITUAZIONE È GRAVE”

Dopo l’appello alla pace in Israele lanciato domenica scorsa all’Angelus durante il Sinodo, Papa Francesco nelle ultime ore ha chiamato il parroco di Gaza davanti al crescere sempre più drammatico della guerra fra Hamas e Stato Ebraico. «ho parlato con Papa Francesco che mi ha manifestato la sua vicinanza e la sua preghiera per tutta la comunità ecclesiale di Gaza e per tutti i parrocchiani e abitanti», spiega all’AgenSIR il parroco di Gaza city, padre Gabriel Romanelli, al momento bloccato a Betlemme in attesa di poter ricevere il via libera a ritornare nell’unica parrocchia cattolica nella Striscia.



«Ho ringraziato il Pontefice per il suo appello alla pace in Israele e in Palestina di domenica scorsa all’Angelus – ha aggiunto il religioso – Papa Francesco ha impartito la sua benedizione perché tutti sentano la sua vicinanza». A “Vatican News” è ancora il parroco di Gaza a confermare una seconda telefonata ricevuta da Papa Francesco manifestando a lui e all’intera comunità di Gaza la «piena vicinanza. Noi lo abbiamo ringraziato per l’appello al cessate il fuoco e contro ogni violenza, ogni terrorismo e ogni guerra». Padre Romanelli conferma per la garanzia al momento di sicurezza di tutta la comunità cattolica a Gaza: «nessun morto, ferito o disperso», chiarisce il parroco che spiega come diversi sfollati sono stati accolti nei locali delle parrocchie a Betlemme, in fuga dalla Striscia. La situazione resta però drammatica: «bombardamenti? Quanti… Non saprei dire… centinaia. I morti, fino a ieri sera erano circa 700 tra cui 140 bambini e secondo il ministero della Sanità della Striscia i feriti sono più di tremila e il 10% sono bambini». Ancora sulle bombe nell’area di Gaza, il sacerdote confida alla stampa vaticana alcune testimonianze dei suoi parrocchiani: «bombardamenti continui e duri. Sale la paura per una invasione di terra».



IL VICARIO DI TERRA SANTA: “BASTA CON LE ARMI, ONU INTERVENGA”

Lo stesso timore viene raccontato in queste ore dal vicario generale della Custodia di Terra Santa di Gerusalemme, padre Ibrahim Faltas – frate francescano – intervistato dal “Radio24” e dal “Sole 24 ore” per raccontare questi primi giorni di guerra intensa in Israele. Per padre Faltas, già viceparroco a Betlemme e Gerusalemme, la memoria rivive nel passato quando venne sequestrato nell’assalto armato degli israeliani alla Chiesa della Natività di Betlemme nel 2002: in quel caso fece da mediatore tra le due parti in conflitto riuscendo ad ottenere una tregua.



Oggi però lo scontro è di dimensioni molto più ingenti e imprevedibili, come ha detto anche il Patriarca cattolico Card. Pizzaballa: «In questo momento esistono solo violenza e vittime innocenti. È una situazione orribile, nessuno può immaginare cosa stiamo vivendo. Arrivano continuamente missili, hanno ucciso e ferito gravemente anche persone che conoscevo. Gaza è totalmente chiusa e assediata con più di 2 milioni di persone», spiega il vicario di Terra Santa nella trasmissione Uno, Nessuno, 100Milan. «Ci sono tante vittime innocenti, tra cui moltissimi bambini, da entrambi le parti. Noi abbiamo sempre detto che la comunità internazionale deve intervenire perché risolva il problema del conflitto mediorientale al più presto. Ma nonostante tutto, la situazione è sempre la stessa da anni», aggiunge padre Faltas sottolineando quanto sia inutile “simpatizzare” per una delle parti in conflitto, occorre infatti trovare subito una soluzione di pace ascoltando per una volta quanto esprime il Papa dal Vaticano. «Basta guerra, basta morti. È inutile dire che Hamas è un’organizzazione terroristica, così come è inutile dire tante altre cose. È necessario che la comunità internazionale agisca con un intervento concreto», chiosa il frate in radio confermando quanto affermato anche sul quotidiano economico, «Ci sono tanti carri armati che stanno andando a Gaza, penso che non potrà che andare peggio, sempre peggio. Abbiamo bisogno delle preghiere di tutti».