Il gesto più importante e commovente Papa Francesco l’ha lanciato domenica scorsa andando a pregare per le vie deserte di Roma per la fine dell’epidemia coronavirus: oggi nell’intervista a Repubblica ha rivelato di aver espressamente chiesto a Dio di far terminare la pandemia («Ho chiesto al Signore di fermare l’epidemia: Signore, fermala con la tua mano. Ho pregato per questo») ma a destare clamore e stupore è stata la parte in cui ha citato Fabio Fazio, il popolare conduttore di Che tempo che fa. Ecco il passaggio divenuto virale nel giro di pochissimo tempo: «mi ha molto colpito l’articolo scritto su Repubblica da Fabio Fazio sulle cose che sta imparando da questi giorni. In generale il fatto che i nostri comportamenti influiscono sempre sulla vita degli altri. Ha ragione ad esempio quando dice: “È diventato evidente che chi non paga le tasse non commette solo un reato ma un delitto: se mancano posti letto e respiratori è anche colpa sua”. Questa cosa mi ha molto colpito». L’ira di tanti cattolici “anti-bergogliani” o anche di semplici fedeli perplessi dalle parole del Papa si è fatta avanti sui social: in primis, il giornalista Antonio Socci contesta più letture dell’intervista di Bergoglio a Rep «Un papa che cita Fabio Fazio come la sua autorità di riferimento è da barzellette.
Ma leggete il resto: “una carezza ai nonni, un bacio ai bambini”. Ha capito tutto del coronavirus (come si è notato dalla passeggiata per Roma). Non è l’ora di andare in pensione?». Con un altro tweet ancora più al vetriolo, il giornalista di Libero aggiunge «Bergoglio, citando Fabio Fazio come nuovo dottore della Chiesa, sostiene che se mancano posti letto e respiratori dipende dagli evasori fiscali. Non dai tagli “europei”, ma dagli evasori. In generale dove potremmo recuperare imposte non pagate? Vediamo..» (facendo riferimento alla ben nota contestazione sull’Imu non pagato dalla Chiesa, ndr).
CAVERZAN “VS” PAPA : “NON CITA CRISTO MA FABIO FAZIO…”
Da Socci a Maurizio Caverzan, un altro giornalista – questa volta de La Verità – che ha spesso criticato Papa Francesco ma in maniera assai meno “veemente” rispetto al collega di Libero: in un pezzo pubblicato sul suo blog “Cavevisioni.it”, Caverzan va ben oltre la citazione di Fabio Fazio e contesta la restante parte dell’intervista rilasciata a Repubblica. «Un Papa nonno non me l’aspettavo. Soprattutto, mi aspettavo di più da un Papa. Da papa Francesco. Lo dico con dolore. Con rammarico e delusione, purtroppo. In mezzo a tanti guru da quarantena che imperversano ovunque, sui giornaloni, sui social e in tv, da Bergoglio mi aspettavo parole ultime. Parole che vanno all’essenziale. Siamo messi faccia a faccia con la morte.
Con il destino», scrive il giornalista cattolico con dispiacere. Poi l’affondo finale «”Dobbiamo ritrovare la concretezza delle piccole cose, delle piccole attenzioni da avere verso chi ci sta vicino, famigliari, amici. Capire che nelle piccole cose c’è il nostro tesoro”. Fin dalle prime righe sembrava di sentir parlare Fabio Fazio. Lui. Possibile? Ma di fronte a questa situazione un Papa non dovrebbe parlarci del Salvatore? Di un Tizio che è morto in croce per riscattarci dalla fragilità, dalla provvisorietà?».
Citando lo scrittore Scurati, che all’inizio dell’epidemia di coronavirus aveva scritto «dobbiamo ricostruire una coscienza collettiva della nostra finitudine», Caverzan si pone il dilemma finale «Se non è questo il cristianesimo che cosa lo è? Se non lo dice la massima autorità mondiale, il Vicario di Cristo, chi lo fa?». Nella marea di tweet indignati o semplicemente ironici sulla citazione di Fabio Fazio da parte del Papa (da segnalare questo che dice «il Papa prega Dio per fermare l’epidemia. Visto che non lo ascolta, per ripicca cita Fabio Fazio») spunta anche la risposta del diretto interessato, ovvero l’ex conduttore di Quelli che il calcio «Sono travolto dall’emozione.
Dovrò cercare di meritarmi questo onore e questa responsabilità. Al di là delle parole che mi riguardano, Papa Francesco ha invitato tutti noi a non sprecare questo tempo difficile ma ad adoperarlo per guardare in noi stessi e rinnovarci».