È un lungo discorso quello che ha tenuto Papa Francesco un paio di giorni fa – esattamente il 2 ottobre 2024 – in occasione dell’apertura della 16esima Assemblea generale del Sinodo dei Vescovi dedicato (come ogni altra da tre anni a questa parte) all’importante tema della sinodalità verso una Chiesa che sia veramente aperta a tutti e sappia ascoltare la voce di ogni persona – fedele o laica – nel mondo: non a caso questa Assemblea – e l’ha ricordato anche Papa Francesco nel suo intervento – è stata aperta anche a “laici e consacrati, diaconi e presbiteri” che per la prima volta si sono seduti al fianco dei Vescovi.
Il ragionamento di Papa Francesco – però – parte dal ricordare a tutti i presenti che il cammino avviato ormai nel 2021 deve portare “il suo contributo” fondamentale affinché la Chiesa diventi “veramente sinodale” nella sua missione, raggiungendo “le periferie geografiche ed esistenziali” per portare il fondamentale messaggio di speranza e pace di Dio: per farlo la primissimo cosa da fare è far tesoro degli insegnamenti dello Spirito santo che ci comunica – sempre e comunque, anche “nella disperazione” – che la “speranza di Dio” è al nostro fianco e “non si stanca”.
Proprio tenendo a mente lo Spirito santo che abita il nostro cuore, Papa Francesco invita a “perdonare tutti e sempre“, ricordando le volte in cui siamo stati perdonati a nostra volta e che dovrebbero averci resi “più umili”, insegnandoci che “non [siamo] meglio degli altri” e che abbiamo ancora molto da fare – in un vero e proprio “cammino [da] ‘misericordiati'” – per realizzare a pieno “il disegno di amore del Padre“.
Papa Francesco: “Camminando assieme, laici e Vescovi possono realizzare la sinodalità”
Dall’introduzione dedicata al ruolo dello Spirito santo, Papa Francesco passa immediatamente a ragione sull’attuale Sinodo che dal conto suo è la rappresentazione perfetta ed “originale [di] questo camminare insieme“, offrendo uno spazio comune ad “un soggetto plurale” – rappresentato dai Vescovi – che al contempo sa essere “sinfonico” e in grado di “sostenere il cammino e la missione” di unione della “Chiesa tutta”: quello che si sta compiendo è un vero e proprio “processo di apprendimento” che permetterà alla Chiesa di conoscesi a fondo, trovando spunti sempre originali per completare – o almeno portare leggermente avanti – la missione “che il suo Signore le affida”.
Per questa ragione – ha continuato Papa Francesco – l’Assemblea ha aperto le porte a “laici e consacrati (uomini e donne), diaconi e presbiteri” che accompagneranno i Vescovi nel loro percorso, ma senza sostituirli o minarne “l’autorità”, arrivando ad un esercizio della missione di Dio ancor più “sinfonico (..) seguendo i diversi ministeri e carismi” per dare voce a “tutto il Popolo di Dio”: il fine ultimo – conclude Papa Francesco – è trovare “diverse forme di esercizio ‘collegiale’ e ‘sinodale’ del ministero episcopale” senza dimenticare quel già citato Spirito santo e la “Tradizione viva” di una Chiesa millenaria.