L’INTERVISTA DI PAPA FRANCESCO ALLA AP: “CON RATZINGER HO PERSO UN PADRE”

Dell’intervista di Papa Francesco alla Associated Press sta già facendo il giro del mondo la frase sulle persone gay (omettendone però parte della risposta in molti casi, ndr) così come le dichiarazioni sulle dimissioni o ancora sulle critiche di parte della Chiesa contro di lui. Ecco, noi però partiamo da un frammento forse meno “interessante” per l’opinione pubblica ma dalla forte intensità umana, spirituale e in fondo anche una risposta “celata” alle accuse di una divisione netta tra Bergoglio e il Papa Emerito Joseph Ratzinger.



«Con Benedetto XVI ho perso un padre. Per me era una sicurezza. Di fronte a un dubbio, chiedevo la macchina, andavo al monastero e chiedevo». Nella lunga chiacchierata con l’AP in Vaticano, Papa Francesco sottolinea poi come quelle chiacchierate in Monastero Mater Gratiae con Benedetto XVI erano salutari per i tanti consigli appresi: «Ho perso un buon compagno». In merito alle critiche mosse da parte della Chiesa al suo pontificato, Francesco assicura «non le metterei in relazione con Benedetto XVI, ma con il logorio di un governo di 10 anni».



GAY, CRITICHE E DIMISSIONI: COSA HA DETTO PAPA FRANCESCO

Papa Francesco commenta poi con l’Associated Press le Vicente interne al Vaticano in merito alle divisioni e fazioni riemerse dopo la morte di Benedetto XVI: «sono spiacevoli come un’eruzione cutanea che ti infastidisce un po, ma è meglio che tenerle nascoste, perché comunque aiutano a crescere». Detto ciò, avverte il Santo Padre, meglio che le critiche «vengano fatte in faccia. Preferisco che non critichino, per motivi di tranquillità, ma – ha aggiunto – preferisco che lo facciano perché significa che c’è libertà di parola». Se non fosse così, rileva ancora Papa Francesco all’AP, «ci sarebbe una dittatura della distanza, come la chiamo io, dove l’imperatore è lì e nessuno può dirgli nulla. No, lasciateli parlare perché… La critica ti aiuta a crescere e migliorare le cose». All’inizio dopo la sua elezione con la grande sorpresa per un Papa sudamericano, continua Bergoglio, v’era interesse e curiosità per vedere cosa avrebbe fatto il Pontefice nuovo: «poi è arrivato il disagio quando hanno cominciato a vedere i miei difetti e non li hanno graditi. L’unica cosa che chiedo è che me lo facciano in faccia, perché è così che cresciamo tutti, no?».



Capitolo come dicevamo invece molto “mediatico” sono le risposte date da Papa Francesco sulla questione, annosa e cruciale, del rapporto con i fedeli LGBT. A differenza di quanto emerso sui media praticamente di mezzo mondo, la replica del Santo Padre è un misto di tenerezza, apertura e dottrina anche permane un passaggio quantomeno controverso: «Essere omosessuali non è un crimine. Non è un crimine. Sì, ma è un peccato. Bene, ma prima distinguiamo tra un peccato e un crimine. Ma è anche un peccato mancare di carità gli uni con gli altri». Papa Francesco ha poi utilizzato la stessa definizione di “peccato” contro i vescovi che in alcune parti del mondo criminalizzano l’omosessualità o discriminano la comunità gay: «Questi vescovi devono fare un processo di conversione. la tenerezza, per favore, come Dio ha per ciascuno di noi». Resta la questione non accennata da Francesco – tra l’altro già spiegata in altre occasioni dallo stesso Papa Bergoglio – della differenza cruciale tra “essere omosessuali” e la “pratica dell’omosessualità”: è infatti solo su quest’ultima che la Chiesa ha un giudizio netto di “peccato”.

Affrontando poi il tema delle possibili dimissioni ora che il Papa Emerito è stato chiamato alla casa del Padre, Francesco allontana il “vociare”: «Sono in buona salute. Per la mia età, sono normale. Potrei morire domani, ma è sotto controllo. Sono in buona salute», afferma con tono ironico il Santo Padre, ammettendo di avere avuto piccola frattura ossea al ginocchio dovuta a una caduta («ma la frattura è guarita senza intervento chirurgico dopo laser e magnetoterapia»). Ecco che poi aggiunge in conclusione di non aver mai «nemmeno preso in considerazione l’emanazione di norme per regolare le future dimissioni papali», anzi prevede di «continuare il più a lungo possibile come vescovo di Roma».