LA CHIESA E LA CANCEL CULTURE

In un apparentemente “normale” discorso del Papa ai membri del corpo diplomatico in Vaticano, viene inserito un durissimo attacco alla “cancel culture” e al rischio di “pensiero unico” a livello mondiale, e un ribadire l’invito al vaccino per tutti. Inutile dire cosa sia stato evidenziato su media e agenzie nazionali/internazionali e cosa citato invece solo all’interno degli approfondimenti: questo però non toglie che l’attacco sferrato da Papa Francesco – contro la cultura “che rinnega il passato” in nome di un “bene supremo indistinto” e “politicamente corretto” – sia stato molto potente.



Nel suo discorso ai membri del corpo diplomatico accredito presso la Santa Sede, in udienza presso l’Aula della Benedizione oggi 10 gennaio, il Santo Padre ha evidenziato l’importanza della “diplomazia multilaterale” per superare la forte crisi sociale e culturale che purtroppo resta a livello mondiale. «Non di rado il baricentro d’interesse si è spostato su tematiche per loro natura divisive e non strettamente attinenti allo scopo dell’organizzazione, con l’esito di agende sempre più dettate da un pensiero che rinnega i fondamenti naturali dell’umanità e le radici culturali che costituiscono l’identità di molti popoli», spiega il Papa davanti agli ambasciatori, sottolineando però il forte rischio di una «colonizzazione ideologica, che non lascia spazio alla libertà di espressione e che oggi assume sempre più la forma di quella cancel culture, che invade tanti ambiti e istituzioni pubbliche».



PAPA FRANCESCO E L’APPELLO SUI VACCINI

Secondo il pensiero di Papa Francesco, proprio in nome di una presunta “protezione” delle diversità , con la cancel culture «si finisce per cancellare il senso di ogni identità, con il rischio di far tacere le posizioni che difendono un’idea rispettosa ed equilibrata delle varie sensibilità. Si va elaborando un pensiero unico – pericoloso – costretto a rinnegare la storia, o peggio ancora a riscriverla in base a categorie contemporanee, mentre ogni situazione storica va interpretata secondo l’ermeneutica dell’epoca, non l’ermeneutica di oggi». L’invito di Bergoglio è quello di proseguire con la diplomazia multilaterale chiamata però ad essere realmente inclusiva, «non cancellando ma valorizzando le diversità e le sensibilità storiche che contraddistinguono i vari popoli. In tal modo essa riacquisterà credibilità ed efficacia per affrontare le prossime sfide, che richiedono all’umanità di ritrovarsi insieme come una grande famiglia, la quale, pur partendo da punti di vista differenti, dev’essere in grado di trovare soluzioni comuni per il bene di tutti. Ciò esige fiducia reciproca e disponibilità a dialogare, ovvero ad «ascoltarsi, confrontarsi, accordarsi e camminare insieme». Papa Francesco ha lanciato poi un nuovo appello all’importanza della vaccinazione per superare la gravità della malattia da Covid-19: «Tutti abbiamo la responsabilità di aver cura di noi stessi e della nostra salute, il che si traduce anche nel rispetto per la salute di chi ci è vicino. La cura della salute rappresenta un obbligo morale. Purtroppo, constatiamo sempre più come viviamo in un mondo dai forti contrasti ideologici». Il Santo Padre sottolinea l’impatto negativo del farsi determinare dall’ideologia del momento, spesso tra l’altro «costruita su notizie infondate o fatti scarsamente documentati. Ogni affermazione ideologica recide i legami della ragione umana con la realtà oggettiva delle cose»; ebbene, la pandemia, chiosa Francesco, «ci impone, invece, una sorta di “cura di realtà”, che richiede di guardare in faccia al problema e di adottare i rimedi adatti per risolverlo. I vaccini non sono strumenti magici di guarigione, ma rappresentano certamente, in aggiunta alle cure che vanno sviluppate, la soluzione più ragionevole per la prevenzione della malattia».