PAPA FRANCESCO ALL’ANGELUS BOCCIA LA LEGGE UCRAINA CONTRO LA CHIESA ORTODOSSA RUSSA: “LE CHIESE NON SI TOCCANO”

È molto preciso e netto il giudizio di Papa Francesco in merito all’ultima legge approvata dal Parlamento in Ucraina che mette al bando tutte le attività della Chiesa Ortodossa russa nel territorio ucraino: «non sia abolita direttamente o indirettamente nessuna Chiesa cristiana. le Chiese non si toccano!».



Dall’Angelus in Piazza San Pietro per l’ultima domenica di agosto 2024, Papa Francesco dopo la recita della preghiera lancia il consueto appello alla pace per i tanti drammatici teatri di guerra nel mondo, soffermandosi però in maniera approfondita su quanto emerso in Ucraina negli ultimi giorni. Oltre infatti ad invocare il cessate il fuoco tanto nel Donetsk sotto la morsa di Mosca, quanto nel territorio russo del Kursk invaso dalle forze ucraine, il Santo Padre contesta apertamente la legge del Governo Zelensky contro la Chiesa ortodossa russa: «dato che la Chiesa ortodossa russa è una continuazione ideologica del regime dello Stato aggressore, complice di crimini di guerra e crimini contro l’umanità commessi per conto della Federazione Russa e dell’ideologia del mondo russo, le attività della Chiesa ortodossa russa in Ucraina sono proibite», si legge nel comunicato approvato dalla Verkhovna Rada la scorsa settimana.



“LIBERTÀ DI PREGARE A RISCHIO”: PAPA FRANCESCO PREOCCUPATO PER LA GUERRA FRA UCRAINA E RUSSIA

Quanto deciso da Kiev resta però molto problematico e drammatico secondo Papa Francesco: «pensando alle norme di legge adottate di recente in Ucraina, mi sorge un timore per la libertà di chi prega», spiega all’Angelus il Pontefice nel ribadire come chi prega realmente lo fa per sé e per tutti.

Il Papa sottolinea come non si commetta mai il male per il solo fatto di pregare: «Se qualcuno commette un male contro il suo popolo, sarà colpevole per questo, ma non può avere commesso il male perché ha pregato». Da qui l’appello tonante lanciato da Papa Francesco verso le autorità di Kiev che considerano la Chiesa ortodossa russa nemica, e con essa anche chi vi osi pregare: «si lasci pregare chi vuole pregare in quella che considera la sua Chiesa. Per favore, non sia abolita direttamente o indirettamente nessuna Chiesa cristiana». Prima di ribadire la preghiera per l’Ucraina e il Medio Oriente, per il Myanmar e il Nicaragua, Papa Francesco non si sottrae nel ritenere fondamentale per la pace che «le Chiese non si toccano».



Già dopo la decisione presa dal Parlamento ucraino (votata a grande maggioranza) lo scorso 20 agosto era stata Mosca stessa (con il Patriarca ortodosso) a reagire parlando dell’intenzione di Kiev di «distruggere la vera ortodossia canonica e a sostituirla con un surrogato, una falsa Chiesa». Tanto il Pontefice quanto il Segretario di Stato del Vaticano, card. Pietro Parolin, hanno di recente ribadito la necessità che l’unità dei cristiani possa essere alla base di un rinnovato e responsabile invito al cessare le armi e portare la tregua di pace unica in grado di fermare le ostilità, tanto in Ucraina-Russia quanto nel resto del mondo.