Papa Francesco ospite di Fabio Fazio a “Che Tempo Che Fa” non ha lasciato indifferente l’opinione pubblica, men che meno l’universo giornalistico, a cominciare dal quotidiano “La Stampa”, che, in un articolo a firma di Lucetta Scaraffia ha criticato la scelta operata dall’azienda di viale Mazzini di trattare il Pontefice alla stregua di un vip qualsiasi. Secondo la collega, è evidente che il Papa non sia al centro di un programma speciale, bensì “un personaggio celebre ospitato in un format esistente, noto per le sue interviste a figure soprattutto dello spettacolo e della politica”.



Il rischio è che il Papa divenga “una celebrity come tante altre. Il problema è un altro: abbiamo davvero bisogno che il Papa sia un personaggio mediatico di successo? Abbiamo bisogno che scenda al nostro livello e si mescoli a noi, dandoci certo dei buoni consigli, ma sottolineando sempre e comunque che è solo un uomo come gli altri?”. Interrogativi che stimolano la riflessione, a cui seguono altri pensieri: “In realtà, in questo momento così difficile, stremati da più di due anni di pandemia, di crisi economica, a cui si accompagna una crisi dei legami sociali e delle istituzioni come le scuole e gli ospedali dalle quali dipende il futuro della nostra vita, non vorremmo sentirci dire, anche dal Papa, vaccinatevi, e siate vicini ai vecchi e ai bambini”.



PAPA FRANCESCO DA FAZIO SU RAI TRE, SCARAFFIA (LA STAMPA): “DOVREBBE AIUTARCI A SCORGERE IL SACRO”

Insomma, Scaraffia, su “La Stampa”, chiede che Papa Francesco, da Fazio, ma anche su altri eventuali palcoscenici, non faccia il virologo, ma svolga la sua missione religiosa, facendo riscoprire la Fede all’umanità. La giornalista scrive in particolare che vorrebbe che il Santo Padre “ci aiutasse a sollevare gli occhi in alto, a cercare di più, a domandarci il senso delle nostre vite, a capire il senso della nostra morte. E vorremmo che la Chiesa si presentasse non tanto come una copia – magari migliore – della società in cui viviamo, ma che ci restituisse il rapporto con quella forza misteriosa che è il sacro. Vorremmo che il Papa ci insegnasse almeno a scorgere il sacro, quella realtà totalmente diversa, che ci incute rispetto e venerazione”.



In altri termini, il Papa dovrebbe ricordarci che esiste qualcosa di molto più alto che non può essere violato né trasgredito e che l’etimologia indoeuropea del termine sacro significa “separato”, cioè “il totalmente altro da noi, dal nostro mondo, dal nostro sguardo”.