Ormai Papa Francesco ha abituato i giornalisti a lunghe e “improvvisate” conferenze stampa dai seggiolini dell’aereo di ritorno dai grandi viaggi apostolici: la pandemia Covid almeno questa abitudine non l’ha cancellata e così a bordo dell’Alitalia che lo riportava a Roma, il Santo Padre ha risposto alle tante domande della stampa in merito all’incredibile e storico viaggio appena intrapreso in Iraq.
In merito al dialogo con l’Islam, in particolare all’incontro con l’Ayatollah Al Sistani, Papa Bergoglio spiega «Lei sa che ci sono alcune critiche: che il papa non è coraggioso, è un incosciente che sta facendo dei passi contro la dottrina cattolica, che è a un passo dall’eresia, ci sono dei rischi. Ma queste decisioni si prendono sempre in preghiera, in dialogo, chiedendo consiglio, in riflessione. Non sono un capriccio e anche sono la linea che il Concilio ha insegnato». Riferendosi poi direttamente ad Al Sistani, il Pontefice si dice commosso per quell’incontro speciale avvenuto a Najaf: «Io credo che è stato un messaggio universale, io ho sentito il dovere di questo pellegrinaggio di fede e di penitenza per andare a trovare un grande, un saggio, un uomo di Dio, solo ascoltandolo si percepisce questo».
IL DIALOGO E IL CONCILIO
Ancora nella conferenza stampa sul volo di ritorno, Papa Francesco riflette sulla profondità dell’incontro avuta in Iraq con le autorità religiose locali e dell’abbraccio fraterno sulle orme di Abramo tra cristiani e musulmani: «è un messaggio per tutti, lui è una persona che ha quella saggezza e prudenza di non accettare dialogo con chi ha scopi politici più che religiosi. Al Sistemi è stato molto rispettoso nell’incontro con me, anche nel saluto si è alzato per ben due volte, un uomo umile e saggio e mi ha fatto bene all’anima questo incontro». Un Papa impressionato da quanto incontro ma anche tremendamente scosso da quanto osservato, soprattutto i luoghi devastati dalla furia omicida e distruttrice dell’Isis: «La Chiesa distrutta di Mosul è da non credere, anche una moschea distrutta: la crudeltà umana è da non credere».
In merito a possibili prossimi viaggi in Medio Oriente, il Santo Padre replica alla domanda della collega di Avvenire Stefania Falasca: «Sul Medio Oriente la sola ipotesi, e anche la promessa, è il Libano. Non ho pensato a un viaggio in Siria, non l’ho pensato perché non mi è venuta l’ispirazione. Ma sono tanto vicino alla martoriata e amata Siria, come io la chiamo. Ricordo all’inizio del pontificato quel pomeriggio di preghiera in Piazza San Pietro, c’era l’adorazione del Santissimo, si pregava il rosario… Ma quanti musulmani, quanti musulmani con il tappeto pregavano con noi per la pace in Siria, per fermare i bombardamenti, in quel momento in cui si diceva che ci sarebbe stato un bombardamento feroce. La porto nel cuore la Siria. Ma pensare un viaggio, non mi è venuto in mente in questo momento»