L’UDIENZA GENERALE DI PAPA FRANCESCO E IL PERICOLO DEL DEMONIO

Nell’Udienza Generale del mercoledì, ad una settimana dal Natale, Papa Francesco richiama il tema della “vigilanza” legato alla catechesi sul Discernimento inaugurata ormai diversi mesi fa: «Ritengo necessario inserire a questo punto il richiamo a un atteggiamento essenziale affinché tutto il lavoro fatto per discernere il meglio e prendere la buona decisione non vada perduto, e questo sarebbe l’atteggiamento della vigilanza. Noi abbiamo fatto il discernimento, consolazione e desolazione; abbiamo scelto una cosa…tutto va bene, ma adesso vigilare: l’atteggiamento della vigilanza». Nella sua testimonianza resa nei Vangeli, Gesù insisteva molto sul fatto cheil buon discepolo fosse un “vigilante”: «non si addormenta, non si lascia prendere da eccessiva sicurezza quando le cose vanno bene, ma rimane attento e pronto a fare il proprio dovere».



Senza vigilanza il rischio è che tutto della nostra vita possa andare perduto, come rileva Papa Francesco durante l’Udienza Generale: «Non c’è nessuno che la vigili e che la custodisca. È questo è il problema. Il padrone di casa non c’è, è uscito, si è distratto […] Allora, lo spirito cattivo può approfittarne e ritornare in quella casa». Il Santo Padre mette in allerta il cuore dell’uomo: attenzione perché «i demoni sono educati»: «entrano senza che tu te ne accorga, bussano alla porta, sono cortesi. “No va bene, vai, vai, entra…” e poi alla fine comandano loro nella tua anima. State attenti a questi diavoletti, a questi demoni: il diavolo è educato, quando fa finta di essere un gran signore. Perché entra con la nostra per uscirne con la sua. Occorre custodire la casa da questo inganno dei demoni educati. E la mondanità spirituale va per questa strada, sempre». Il problema della tentazione al male riguarda tutto e tutti: chiosa Papa Francesco, «Non basta fare un buon discernimento e compiere una buona scelta. No, non basta: bisogna rimanere vigilanti, custodire questa grazia che Dio ci ha dato, ma vigilare, perché tu puoi dirmi: “Ma quando io vedo qualche disordine, me ne accorgo subito che è il diavolo, che è una tentazione…” sì, ma questa volta viene travestita da angelo: il demonio sa travestirsi da angelo, entra con parole cortesi, e ti convince e alla fine è la cosa peggiore dall’inizio… Bisogna rimanere vigilanti, vigilare il cuore».



IL NATALE E LA GUERRA: L’APPELLO DI PAPA FRANCESCO PER IL POPOLO DELL’UCRAINA

Saper vigilare sul proprio cuore è un “compito” tutt’altro che semplice e non può essere affrontato come una sorta di “superpotenza” personale in grado di “resistere” a tentazioni e altro: «Se io domandassi oggi ad ognuno di noi e anche a me stesso: “cosa sta succedendo nel tuo cuore?” Forse non sapremo dire tutto: diremo una o due cose, ma non tutto. Vigliare il cuore, perché la vigilanza è segno di saggezza, è segno soprattutto di umiltà, perché abbiamo paura di cadere e l’umiltà che è la via maestra della vita cristiana». La via cristiana indicata da Papa Francesco nell’Udienza Generale è la via di una compagnia umana al cuore dell’uomo, una compagnia umana attraversata e salvata da Colui che ogni 25 dicembre “riaccade” nella mangiatoia di Betlemme. «Il periodo di Avvento ci ricorda questo atteggiamento fondamentale del cristiano: la vigilanza. Attendiamo la venuta del Signore e lo facciamo restando attenti ai nostri fratelli più fragili che bussano alla porta del nostro cuore. In questo modo costruiamo la nostra vita con discernimento, in coerenza con il Vangelo. Chiediamo al Signore di tenerci vigilanti in umiltà e disponibilità», spiega ancora il Papa salutando i pellegrini di lingua francese giunti in Udienza Generale.



Concludendo la catechesi, Papa Francesco si è poi rivolto in particolare ai gruppi in arrivo da diverse parti d’Italia: «saluto voi giovani volontari, qui convenuti nella Giornata nazionale del Servizio civile e li incoraggio ad essere testimoni di bontà, di tenerezza e di amore gratuito con tutti, specialmente con le persone più fragili. E voglio dire una cosa: io ho trovato tre cose molto belle nella società italiana, nella Chiesa italiana. Una di queste è il volontariato. Voi avete un volontariato forte, forte! Andate avanti con questa spiritualità del volontariato che ci fa aiutare tanti, uno con l’altro e ci unisce pure». Proseguendo sulla “linea” di quanto ricordato nella recente visita alla statua della Madonna nel giorno dell’Immacolata Concezione, Papa Francesco ricorda e piange il popolo devastato dalla guerra in Ucraina: qui fa dunque un appello rivolto a tutti i cristiani, «vorrei attirare l’attenzione un po’ sul prossimo Natale, anche le feste. È bello festeggiare il Natale, fare le feste…ma abbassiamo un po’ il livello delle spese di Natale – così si chiamano. Facciamo un Natale più umile, con regali più umili. Inviamo quello che risparmiamo al popolo ucraino, che ha bisogno, soffre tanto; fanno la fame, sentono il freddo e tanti muoiono perché non ci sono medici, infermieri a portata di mano. Non dimentichiamo: un Natale, sì; in pace con il Signore, sì, ma con gli ucraini nel cuore. E facciamo quel gesto concreto per loro».