Una nuova settimana di preghiera intensa per far finire la pandemia da coronavirus: dopo la scorsa, straordinaria, settimana lanciata da Papa Francesco e culminata nello storico momento di preghiera in Piazza San Pietro deserta, riparte la riflessione e l’invito alla conversione già dalla Santa Messa di questa mattina, come sempre ore 7 dalla Cappella di Casa Santa Marta. Il Santo Padre celebra l’eucaristia spirituale di tutti coloro alla visione della diretta tv su Rai 1 e Tv2000 e in video streaming sui canali social di Vatican News (link qui a fondo pagina): nella “domenica del pianto” introdotta ieri nell’omelia di Santa Marta, l’invito è per tutti i fedeli chiamati ad un periodo di grave dolore ed emergenza a fronte dell’epidemia di coronavirus.
«Penso a tanta gente che piange: gente isolata, gente in quarantena, gli anziani soli, gente ricoverata e le persone in terapia, i genitori che vedono che, come non c’è lo stipendio, non ce la faranno a dare da mangiare ai figli. Tanta gente piange. Anche noi, dal nostro cuore, li accompagniamo. E non ci farà male piangere un po’ con il pianto del Signore per tutto il suo popolo», ha ricordato ieri nell’introduzione alla Santa Messa, salvo poi ribadirlo anche nell’Angelus dalla Biblioteca del Palazzo Apostolico «Qui tocchiamo con mano che Dio è vita e dona vita, ma si fa carico del dramma della morte. Gesù avrebbe potuto evitare la morte dell’amico Lazzaro, ma ha voluto fare suo il nostro dolore per la morte delle persone care, e soprattutto ha voluto mostrare il dominio di Dio sulla morte. In questo passo del Vangelo vediamo che la fede dell’uomo e l’onnipotenza di Dio, dell’amore di Dio si cercano e infine si incontrano. È come una doppia strada: la fede dell’uomo e l’onnipotenza dell’amore di Dio che si cercano e alla fine si incontrano».
SANTA MESSA PAPA FRANCESCO: OMELIA DEL 29 MARZO
Nell’omelia della Santa Messa nella Cappella di Casa Santa Marta
ieri il Pontefice ha voluto sottolineare più da vicino il concetto del pianto di Gesù davanti alla morte dell’amico Lazzaro, «con quanta tenerezza piange Gesù! Piange dal cuore, piange con amore, piange con i suoi che piangono. Il pianto di Gesù. Forse, ha pianto altre volte nella vita – non sappiamo -; sicuramente nell’Orto degli Ulivi. Ma Gesù piange per amore, sempre». Il pianto come commozione per il mondo ma anche per l’umano sentimento del dolore provato dal Figlio di Dio: «vede con il cuore ed è capace di piangere. Oggi, davanti a un mondo che soffre tanto, a tanta gente che soffre le conseguenze di questa pandemia, io mi domando: sono capace di piangere, come sicuramente lo avrebbe fatto Gesù e lo fa adesso Gesù? Il mio cuore, assomiglia a quello di Gesù? E se è troppo duro, anche se sono capace di parlare, di fare del bene, di aiutare, ma il cuore non entra, non sono capace di piangere, devo chiedere questa grazia al Signore. Signore, che io pianga con te, pianga con il tuo popolo che in questo momento soffre».
Al termine dell’omelia l’invito più importante di Papa Francesco, legandosi al tempo attuale della pandemia «Tanti piangono oggi. E noi, da questo altare, da questo sacrificio di Gesù, di Gesù che non si è vergognato di piangere, chiediamo la grazia di piangere. Che oggi sia per tutti noi come la domenica del pianto». Nel chiudere l’Angelus di ieri, il Santo Padre ha poi rivolto la preghiera alla Vergine Maria «ci aiuti ad essere compassionevoli come il suo Figlio Gesù, che ha fatto suo il nostro dolore. Ognuno di noi sia vicino a quanti sono nella prova, diventando per essi un riflesso dell’amore e della tenerezza di Dio, che libera dalla morte e fa vincere la vita».