V’è un passaggio particolare e molto critico con la situazione attuale della pandemia nell’omelia di Papa Francesco stamattina: «Questa familiarità con il Signore, dei cristiani, è sempre comunitaria […] Una familiarità senza comunità, una familiarità senza il Pane, una familiarità senza la Chiesa, senza il popolo, senza i sacramenti è pericolosa», spiegava il Santo Padre durante la celebrazione, arrivando poi a criticare e non poco le decisioni e chiusure del Governo sul coronavirus. «Anche il Sacramento: oggi ce l’avete, l’Eucaristia, ma la gente che è collegata con noi, soltanto la comunione spirituale. E questa non è la Chiesa: questa è la Chiesa di una situazione difficile, che il Signore permette, ma l’ideale della Chiesa è sempre con il popolo e con i sacramenti. Sempre», attacca Papa Francesco dopo due mesi ormai di chiese chiuse per il distanziamento sociale.



Poi racconta un aneddoto su un vescovo del Vaticano che aveva consigliato nelle Messe di Pasqua di far entrare della gente in San Pietro per non farla sembrare vuota: «Lui mi diceva: “Stia attento a non viralizzare la Chiesa, a non viralizzare i sacramenti, a non viralizzare il popolo di Dio”. La Chiesa, i sacramenti, il popolo di Dio sono concreti. È vero che in questo momento dobbiamo fare questa familiarità con il Signore in questo modo, ma per uscire dal tunnel, non per rimanerci. E questa è la familiarità degli apostoli: non gnostica, non viralizzata, non egoistica per ognuno di loro, ma una familiarità concreta, nel popolo», conclude Papa Francesco.



L’OMELIA DELLA MESSA

«Vorrei che oggi pregassimo per le donne che sono in attesa, le donne incinte che diventeranno mamme e sono inquiete, si preoccupano. Una domanda: “In quale mondo vivrà mio figlio?”. Preghiamo per loro, perché il Signore dia loro il coraggio di portare avanti questi figli con la fiducia che sarà certamente un mondo diverso, ma sarà sempre un mondo che il Signore amerà tanto», l’introduzione di oggi alla Messa di Casa Santa Marta si lega a doppio filo al tema poi affrontato nell’omelia sempre da Papa Francesco. La preghiera per le donne incinta, la riflessione per le giovani nuove famiglie che stanno per nascere, non può che divenire un tutt’uno con quella Chiesa di Gesù che si fa compagnia l’uomo e alla donna in ogni singolo momento della giornata.



Partendo dall’esempio dei discepoli chiamati uno ad uno dal Signore, il Santo Padre spiega «Oggi, in quest’altra pesca non si parla di stupore. Si vede una certa naturalità, si vede che c’è stato un progresso, un cammino andato nella conoscenza del Signore, nell’intimità con il Signore; io dirò la parola giusta: nella familiarità con il Signore. Quando Giovanni vide questo, disse a Pietro: “Ma è il Signore!”, e Pietro si strinse le vesti, si gettò in acqua per andare dal Signore». E poi ribadisce al termine dell’omelia «Anche noi cristiani, nel nostro cammino di vita siamo in questo stato di camminare, di progredire nella familiarità con il Signore. Il Signore, potrei dire, è un po’ “alla mano”, ma “alla mano” perché cammina con noi, conosciamo che è Lui […] Che il Signore ci insegni questa intimità con Lui, questa familiarità con Lui ma nella Chiesa, con i sacramenti, con il santo popolo fedele di Dio».

LA SANTA MESSA DA S.MARTA

Come poter parlare di gioia al tempo del coronavirus quando tutto sembra fosco, nero e senza una speranza nel breve e nel lungo periodo? Papa Francesco lo ha spiegato bene ieri nella Santa Messa dalla Cappella di Casa Santa Marta, aiutandosi con il Vangelo su Emmaus e sulle testimonianze di Pietro e Giovanni dopo la Resurrezione di Cristo: «Senza lo Spirito non si può avere questa gioia. Ricevere la gioia dello Spirito è una grazia […] La grande forza che noi abbiamo per trasformare, per predicare il Vangelo, per andare avanti come testimoni di vita è la gioia del Signore che è frutto dello Spirito Santo, e oggi chiediamo a Lui di concederci questo frutto». Sembra stonare con il tempo che stiamo vivendo eppure è sempre quello che il Papa ha riferito nella Veglia del Sabato Santo quando ha ribadito che l’unica speranza per “uscire” dall’ansia della pandemia e dal dolore della morte è quella speranza donata da chi è risorto e ha vinto la morte e che oggi riecheggia nei volti di amici, parenti, figli e incontri: certo, dovendo rimanere in quarantena è tutto più difficile, ma le tecnologie aiutano in questo a ridurre le distanze (nel breve periodo quantomeno).

Appuntamento dunque anche oggi alle ore 7 con un altro incontro “online”, ovvero le parole del Santo Padre nella Messa da Casa Santa Marta (in diretta tv Rai1 e Tv 2000, oltre al video streaming di RaiPlay e Vatican News): come spiegato ieri nell’introduzione alla celebrazione, resta la riflessione su tanti colpiti da questo tempo difficile e angusto «In questi giorni mi hanno rimproverato perché ho dimenticato di ringraziare un gruppo di persone che anche lavora. Ho ringraziato i medici, infermieri, i volontari… “Ma lei si è dimenticato dei farmacisti”: anche loro lavorano tanto per aiutare gli ammalati ad uscire dalla malattia. Preghiamo anche per loro».

L’AGENDA DI PAPA FRANCESCO

Dopo le celebrazioni “in streaming” della Settimana Santa continua l’agenda di Papa Francesco a subire modifiche e limitazioni, pur rimanendo in grado con la tecnologia di oggi di rendere comunque “vicino” il messaggio della Chiesa a tutti i fedeli collegati da casa. E così viene confermata la Santa Messa per la Domenica della Divina Misericordia in programma il 19 aprile prossimo ma con una forma “privata” (senza pubblico fisico) celebrata da Papa Francesco alle 11. 00 dalla chiesa del Santo Spirito in Sassia, a pochi passi dal Vaticano. Esattamente 20 anni fa Papa Giovanni Paolo II canonizzava Suor Faustina Kowalska ed istituiva la Domenica della Divina Misericordia, poi mantenuta da Papa Benedetto XVI e ovviamente anche Francesco sulla cui misericordia ci ha costruito un intero papato. Il Santo Padre guiderà al termine della Santa Mesa la recita del Regina Coeli sempre dalla stessa chiesa fuori Vaticano, il tutto ovviamente sempre seguibile in diretta video streaming sui canali di Vatican News.