Papa Francesco

, all’inizio della Santa Messa celebrata anche questa mattina in Santa Marta, ha voluto pregare per le persone che svolgono servizi funebri: “È tanto doloroso, tanto triste quello che fanno, e sentono il dolore di questa pandemia così vicino. Preghiamo per loro”. Nell’omelia poi ha ricordato che oggi la Chiesa celebra San Marco, uno dei quattro evangelisti. Il suo Vangelo fu il primo ad essere scritto e Papa Francesco invita i fedeli a leggerlo: “Fa piacere leggere la semplicità con la quale Marco racconta la vita del Signore”.



Il brano del Vangelo proposto dalla liturgia odierna è il finale proprio del Vangelo di Marco, cioè il congedo del Signore dai suoi discepoli. Prima dell’Ascensione, quando apparve agli Undici, disse loro: «Andate in tutto il mondo e proclamate il Vangelo ad ogni creatura» (Mc 16,15). Papa Francesco dunque sottolinea la “missionarietà della fede. La fede, o è missionaria o non è fede. La fede non è una cosa soltanto per me, perché io cresca con la fede: questa è ‘un’eresia gnostica’. La fede sempre ti porta a uscire da te. Uscire. La trasmissione della fede; la fede va trasmessa, va offerta, soprattutto con la testimonianza: ‘Andate, che la gente veda come vivete’”. (Aggiornamento di Mauro Mantegazza)



PAPA FRANCESCO: SANTA MESSA 25 APRILE IN SANTA MARTA

«Il vero potere è il perdono», diceva nell’iconico film “Schindler’s List” l’imprenditore che salvò migliaia di ebrei dalla Shoah in un dialogo con il gerarca nazista: ieri durante la Messa in Casa Santa Marta Papa Francesco ha ribadito il concetto “allargando” il tema al servizio che il “buon Pastore” deve essere per la propria comunità e per l’intera umanità. «Il potere del pastore è il servizio, non ha un altro potere; e quando sbaglia prendendo un altro potere si rovina la vocazione e diventa, non so, gestore di “imprese pastorali” ma non pastore. La struttura non fa pastorale: il cuore del pastore è ciò che fa la pastorale. E il cuore del pastore è quello che Gesù ci insegna adesso» ha spiegato il Santo Padre nell’omelia centrale della Santa Messa dalla Cappella di Casa Santa Marta, che oggi ritorna come sempre alle ore 7 in diretta tv (Rai 1 e Tv2000) e video streaming (RaiPlay e Vatican News YouTube) per iniziare con la preghiera la nuova giornata.



Mentre sta per allentarsi la quarantena con la “fase 2” della pandemia da coronavirus, e dunque mentre si spera che si potrà tornare a celebrare la Messa anche in presenza di pubblico, Papa Francesco ha voluto ribadire l’importanza che il sacerdote e in generale il Pastore deve essere per i propri “affidati”: partendo dal Vangelo della moltiplicazione di pani e pesci, l’esempio di Gesù è valido tutt’oggi «Gesù forma, insegna ai discepoli, agli apostoli questo atteggiamento pastorale che è la vicinanza al popolo di Dio. E il popolo di Dio stanca, perché sempre ci chiede cose concrete; sempre ti chiede qualche cosa concreta, forse sbagliata, ma ti chiede cose concrete. E il pastore deve accudire a queste cose».

PAPA FRANCESCO E IL DRAMMA DELLA SCUOLA

Al termine della Messa dalla Cappella di Casa Santa Marta, Papa Francesco ancora ieri invocava la benedizione del Signore con la richiesta che «per i pastori della Chiesa perché il Signore parli sempre a loro, perché li ama tanto: ci parli sempre, ci dica come sono le cose, ci spieghi e soprattutto ci insegni a non avere paura del popolo di Dio, a non avere paura di essere vicini». All’inizio delle celebrazioni il Papa ha invece rivolto l’attenzione e la riflessione al tema problematico della scuola in questi mesi di quarantena che hanno obbligato docenti e studenti ad un difficile (e non ancora concluso) sacrificio con conseguenze spesso nefaste per diverse situazioni particolari di fragilità: «Preghiamo oggi per gli insegnanti che devono lavorare tanto per fare lezioni via internet e altre vie mediatiche e preghiamo anche per gli studenti che devono fare gli esami in un modo nel quale non sono abituati. Accompagniamoli con la preghiera».

L’impegno della Cei e di molti politici cattolici sta prendendo però sempre più piede nella richiesta al Governo di non dimenticare la situazione drammatica in cui versano le scuole paritarie (scuole parificate che svolgono servizio pubblico) e private, spesso fondate da ordini religiosi, che non ricevono le garanzie e tutele come la Scuola pubblica: «le scuole pubbliche paritarie e le scuole private sono allo stremo, le famiglie non pagano le rette in assenza del servizio, nel caso di asili nido e scuole materne ed elementari non sostituibile con la didattica on-line. Rappresentando le rette la primaria fonte di introito e, per le private l’unica, migliaia di istituti chiuderanno nei prossimi mesi» ha ribadito il vicepresidente della Camera e deputato di Fdi Fabio Rampelli richiamando il Governo a prendere immediati provvedimenti nel Dl Aprile dopo non averne invece tenuto conto nel Decreto Cura Italia approvato ieri in via definitiva.