È in corso la diretta dell’Udienza Generale del mercoledì dove Papa Francesco continua il dialogo “a distanza” con i fedeli seguendo le tappe di avvicinamento alla Domenica delle Palme e alla Pasqua del Signore: questa mattina intanto nell’omelia consueta della Messa di Casa Santa Marta, il Santo Padre ha insistito sul concetto del “rimanere in Cristo” tramite il commento al Vangelo di Giovanni sul confronto tra Gesù e i dottori della legge. «Gesù li mette all’angolo facendo loro vedere le proprie contraddizioni. E loro, alla fine, non trovano altra uscita che l’insulto: è una delle pagine più tristi, è una bestemmia. Insultano la Madonna. Ma parlando dell’identità, Gesù disse ai giudei che avevano creduto, consiglia loro: “Se rimanete nella mia parola, siete davvero i miei discepoli” (Gv 8,31). Torna quella parola tanto cara al Signore che la ripeterà tante volte, e poi nella cena: rimanere. “Rimanete in me”. Rimanere nel Signore. Non dice: “Studiate bene, imparate bene le argomentazioni”», spiega Papa Francesco chiedendo al termine della celebrazione la grazia a Dio di rimanere in Lui, «ci faccia conoscere quella familiarità con lo Spirito».
Nell’introduzione alla Santa Messa, come sempre, il Papa dedica un breve momento di preghiera e riflessione per le persone coinvolte dall’emergenza coronavirus e oggi si concentra sul lavoro di noi giornalisti e operatori dei media: «Oggi vorrei che pregassimo per tutti coloro che lavorano nei media, che lavorano per comunicare, oggi, perché la gente non si trovi tanto isolata; per l’educazione dei bambini, per l’informazione, per aiutare a sopportare questo tempo di chiusura».
SANTA MESSA DA CASA SANTA MARTA
Inizia il mese di aprile lasciandosi alle spalle forse il peggior mese della recente storia italiana: Papa Francesco lo ha ricordato in ogni occasione, dalla Santa Messa ogni mattina a Casa Santa Marta fino alle udienze e ai momenti di preghiera universali. «Tanti piangono oggi. E noi, da questo altare, da questo sacrificio di Gesù, di Gesù che non si è vergognato di piangere, chiediamo la grazia di piangere. Che oggi sia per tutti noi come la domenica del pianto», lo spiegava nell’Angelus di domenica scorsa al termine di una settimana speciale in preghiera per far finire l’epidemia di coronavirus. Come ogni mattina anche oggi dalle ore 7 sarà possibile seguire la diretta tv (Rai e Tv2000) e video streaming (su Vatican News YouTube) della S.Messa dalla Cappella di Casa Santa Marta, dove Papa Francesco rinnoverà il pensiero e la preghiera dedicata alla grave crisi sociale e sanitaria che il mondo intero sta sopportando.
«Preghiamo oggi per coloro che sono senza fissa dimora, in questo momento in cui ci si chiede di essere dentro casa. Perché la società di uomini e donne si accorgano di questa realtà e aiutino, e la Chiesa li accolga», è stata l’introduzione con cui il Santo Padre giusto ieri ha voluto aprire la celebrazione, continuando il pensiero speciale per tutti i senzatetto che in questo momento vagano per le città deserte. Al termine della celebrazione, l’invocazione per la comunione spirituale scelta ieri è stata la seguente: «Gesù mio, credo che sei realmente presente nel Santissimo Sacramento dell’altare. Ti amo sopra ogni cosa e Ti desidero nell’anima mia. Poiché ora non posso riceverti sacramentalmente, vieni almeno spiritualmente nel mio cuore. Come già venuto, io Ti abbraccio e tutto mi unisco a Te. Non permettere che mi abbia mai a separare da Te. Amen».
PAPA FRANCESCO, L’OMELIA DI IERI
In attesa del Vangelo del giorno di oggi con il commento del Santo Padre e la benedizione per tutti gli ascoltatori via streaming, ripercorriamo quanto di intenso e commovente ha trattato ieri Papa Francesco nell’omelia della Santa Messa da Casa Santa Marta: «“Quando avrete innalzato il Figlio dell’uomo, allora conoscerete che io sono e che non faccio nulla da me stesso” (Gv 8,28). Gesù innalzato: sulla croce. Mosè fa un serpente e lo innalza. Gesù sarà innalzato, come il serpente, per dare la salvezza. Ma il nocciolo della profezia è proprio che Gesù si è fatto peccato per noi. Non ha peccato: si è fatto peccato. Come dice San Pietro nella sua Lettera: “Portò i nostri peccati su di sé” (cf. 1Pt 2,24) E quando noi guardiamo il crocifisso, pensiamo al Signore che soffre: tutto quello è vero».
La verità di una Croce e la redenzione continua che quel Dio che si è fatto uomo continua a trasmettere anche 2mila anni dopo: il Papa ha spiegato così il difficile passaggio di “comprensione” di quel perdono, «in questo momento, Tu sembri il più grande peccatore, Ti sei fatto peccato. Ha preso su di sé tutti i nostri peccati, si è annientato fino ad adesso. La croce, è vero, è un supplizio, c’è la vendetta dei dottori della Legge, di quelli che non volevano Gesù: tutto questo è vero. Ma la verità che viene da Dio è che Lui è venuto al mondo per prendere i nostri peccati su di sé al punto di farsi peccato. Tutto peccato. I nostri peccati sono lì. Dobbiamo abituarci a guardare il crocifisso sotto questa luce, che è la più vera, è la luce della redenzione. In Gesù fatto peccato vediamo la sconfitta totale di Cristo. Non fa finta di morire, non fa finta di non soffrire, solo, abbandonato».