Un messaggio forte, potente e “scomodo” quello lanciato stamattina prima della Messa da Casa Santa Marta di Papa Francesco: «In tante parti si sente uno degli effetti di questa pandemia: tante famiglie che hanno bisogno, fanno la fame e purtroppo li “aiuta” il gruppo degli usurai. Questa è un’altra pandemia. La pandemia sociale: famiglie di gente che ha un lavoro giornaliero, o purtroppo un lavoro in nero, che non possono lavorare e non hanno da mangiare … con figli. E poi gli usurai gli prendono il poco che hanno. Preghiamo. Preghiamo per queste famiglie, per quei tanti bambini di queste famiglie, per la dignità di queste famiglie e preghiamo anche per gli usurai: che il Signore tocchi il loro cuore e si convertano». Il tema del coronavirus resta sempre sulla scia delle coscienze tanto del Papa quanto di tutto il popolo di Dio all’ascolto e il Santo Padre non fa passare giorno senza dedicare almeno un momento della sua catechesi a questo periodo difficilissimo.
Nel corso dell’omelia poi dalla Cappella di Casa Santa Marta, Papa Francesco si è soffermato sulle letture del giorno e sulle piaghe del Cristo dopo la Croce: «Gesù prega per noi; prega davanti al Padre. Noi siamo abituati a pregare Gesù perché ci dia questa grazia, quell’altra, ci aiuti, ma non siamo abituati a contemplare Gesù che fa vedere al Padre le piaghe, a Gesù, l’intercessore, a Gesù che prega per noi. E Pietro è stato capace di fare tutta questa strada, da codardo a coraggioso, con il dono dello Spirito Santo grazie alla preghiera di Gesù». L’appello fiale è che Gesù insegni a ciascuno uomo e donna «di chiederGli la grazia di pregare per ognuno di noi».
LA MESSA DA CASA SANTA MARTA
Un pensiero al giorno per una quarantena che forse volge verso la conclusione, almeno per alcuni milioni di italiani: Papa Francesco nella Santa Messa che ogni mattina celebra in diretta video streaming e tv dalla Cappella di Casa Santa Marta ha abituato ad offrire una riflessione e accompagnamento alla sofferenza dei tanti colpiti dalla pandemia anche solo semplicemente per l’essere rimasti soli in casa. E così ieri ha stupito vedere nella introduzione alla Messa da Santa Marta un pensiero dedicato addirittura al tema complesso e “delicato” dell’Europa: nei giorni in cui il Consiglio Ue è chiamato a varare scelte importanti e decisive per sostenere la ripresa di famiglie e lavoratori di tutta l’Ue, il Santo Padre lancia un appello assai particolare perché non prevalgano egoismi «In questo tempo nel quale è necessaria tanta unità tra noi, tra le nazioni, preghiamo oggi per l’Europa: perché l’Europa riesca ad avere questa unità, questa unità fraterna che hanno sognato i padri fondatori dell’Unione Europea».
Nel corso dell’omelia a seguire Papa Francesco ritorna sul Vangelo di Nicodemo sottolineando due temi del dialogo con Gesù: «Il primo è la rivelazione dell’amore di Dio […] Dio ci ama e ci ama – come dice un santo – come una pazzia: l’amore di Dio sembra una pazzia». Secondo Bergoglio, «Ogni volta che noi guardiamo il crocifisso, troviamo questo amore. Il crocifisso è proprio il grande libro dell’amore di Dio»; il secondo spunto di osservazione riguarda invece il fatto che quell’amore “folle” sull’uomo arriva per aiutarlo e salvarlo, «“La luce è venuta al mondo, ma gli uomini hanno amato più le tenebre che la luce, perché le loro opere erano malvagie” (Gv 3,19). Gesù riprende anche questo della luce. C’è gente – anche noi, tante volte – che non può vivere nella luce perché abituata alle tenebre. La luce li abbaglia, sono incapaci di vedere. Sono dei pipistrelli umani: soltanto sanno muoversi nella notte. E anche noi, quando siamo nel peccato, siamo in questo stato».
PAPA FRANCESCO, L’UDIENZA GENERALE SULLA TERRA
Dalla luce all’unità, passando per il mantenimento e il bene della Terra che Dio stesso ci ha donato: in attesa della nuova Messa da Casa Santa Marta anche questa mattina (ore 7 in diretta tv Rai 1-Tv 2000 e video streaming Vatican News e RaiPlay), la giornata di ieri ha visto un importante messaggio lanciato durante l’Udienza Generale per la Giornata Mondiale della Terra. Se poco prima Papa Francesco aveva spiegato nell’omelia «Lasciamo che l’amore di Dio, che ha inviato Gesù per salvarci, entri in noi e “la luce che porta Gesù”», è poi nell’Udienza che ha direttamente coinvolto il tema della conversione ecologica: « Viviamo quindi nella casa comune come un’unica famiglia umana e nella biodiversità con le altre creature di Dio. Come imago Dei, immagine di Dio, siamo chiamati ad avere cura e rispetto per tutte le creature e a nutrire amore e compassione per i nostri fratelli e sorelle, specialmente i più deboli, a imitazione dell’amore di Dio per noi, manifestato nel suo Figlio Gesù, che si è fatto uomo per condividere con noi questa situazione e salvarci».
Nel tentativo di recuperare il rapporto armonioso tra la creatura, la Terra e il suo creatore, Papa Francesco ribadisce «l’armonia è opera dello Spirito Santo. Anche nella casa comune, nella terra, anche nel nostro rapporto con la gente, con il prossimo, con i più poveri, come possiamo ripristinare questa armonia? Abbiamo bisogno di un modo nuovo di guardare la nostra casa comune». E questo “nuovo modo” non può che venire dall’esempio di Cristo: «siamo chiamati a ritrovare il senso del sacro rispetto per la terra, perché essa non è soltanto casa nostra, ma anche casa di Dio. Da ciò scaturisce in noi la consapevolezza di stare su una terra sacra!».