Un’omelia ricca di speranza e di invito alla conversione per tutto il popolo cristiano e un’introduzione netta, con richiamo anche duro al mondo della politica nel periodo di massima crisi mondiale dovuto al coronavirus: questo ha raccontato Papa Francesco nella messa da Casa Santa Marta per il primo giorno della settimana appena cominciata, con altri giorni di quarantena e di impossibilità di potersi recare in chiesa per la celebrazione consueta e quotidiana. «Preghiamo oggi per gli uomini e le donne che hanno vocazione politica: la politica è una forma alta di carità. Per i partiti politici nei diversi Paesi, perché in questo momento di pandemia cerchino insieme il bene del Paese e non il bene del proprio partito», spiega il Santo Padre all’inizio della Santa Messa, prima di commentare il vangelo di oggi che si permea della figura di Nicodemo, il fariseo recatosi da Gesù prima della Passione per avvertirlo dei rischi che correva con il Sinedrio che lo voleva morto.

«Nessuno, infatti, può compiere questi segni che Tu compi se Dio non è con lui”. E si ferma. Si ferma davanti al “dunque”. Se io dico questo … dunque! … E Gesù ha risposto. Rispose misteriosamente, come lui, Nicodemo, non se l’aspettava. Rispose con quella figura della nascita: se uno non nasce dall’alto, non può vedere il Regno di Dio», continua Papa Francesco invocando quella “nascita” tramite lo Spirito Santo, uno dei misteri più grandi del Cristianesimo. «Essere cristiano non è soltanto compiere i Comandamenti: si devono fare, questo è vero; ma se tu ti fermi lì, non sei un buon cristiano. Essere un buon cristiano è lasciare che lo Spirito entri dentro di te e ti porti, ti porti dove lui vuole», conclude Papa Bergoglio invitando tutto il popolo di Dio alla conversione radicata nello Spirito.

MESSA SANTA MARTA CON IL PAPA

Comincia una nuova settimana di quarantena in tutta Italia e la possibilità di “offrire” questo ennesimo sacrificio alla preghiera nel Signore, è reso possibile dalla Santa Messa in diretta Rai 1-Tv 2000 (e in video streaming su RaiPlay e Vatican News) con Papa Francesco dalla Cappella di Casa Santa Marta. Come sempre con collegamento alle ore 7, il Santo Padre introdurrà la nuova settimana che inizia con negli occhi ancora la straordinaria giornata di ieri: nel giorno della Divina Misericordia, Papa Francesco ha celebrato la Santa Messa e il Regina Coeli nel Santuario scelto da Giovanni Paolo II come particolare luogo di devozione a Santa Faustina Kowalski di cui ieri si festeggiavano i 20 anni dalla canonizzazione.

«In questa chiesa diventata santuario della misericordia in Roma, nella Domenica che vent’anni fa san Giovanni Paolo II dedicò alla Misericordia Divina, accogliamo fiduciosi questo messaggio. A santa Faustina Gesù disse: “Io sono l’amore e la misericordia stessa; non c’è miseria che possa misurarsi con la mia misericordia”», raccontava ancora ieri il Santo Padre nella lunga omelia tutta dedicata al tema della misericordia, dal discepolo Tommaso protagonista del Vangelo fino al messaggio di Suor Faustina.

PAPA FRANCESCO E LA MISERICORDIA

«La risposta dei cristiani nelle tempeste della vita e della storia non può che essere la misericordia: l’amore compassionevole tra di noi e verso tutti, specialmente verso chi soffre, chi fa più fatica, chi è più abbandonato… Non pietismo, non assistenzialismo, ma compassione, che viene dal cuore. E la misericordia divina viene dal Cuore di Cristo, di Cristo Risorto. Scaturisce dalla ferita sempre aperta del suo costato, aperta per noi, che sempre abbiamo bisogno di perdono e di conforto. La misericordia cristiana ispiri anche la giusta condivisione tra le nazioni e le loro istituzioni, per affrontare la crisi attuale in maniera solidale», ha ribadito poi Papa Francesco prima della recita del Regina Coeli sempre dal Santuario della Chiesa di Santo Spirito in Sassia.

In attesa della nuova riflessione circa l’emergenza coronavirus nella Santa Messa da Casa Marta questa mattina, restano valide per l’intero periodo che ancora attende l’intero popolo di Dio le parole dette ieri nell’omelia per la Domenica di Divina Misericordia: «mentre pensiamo a una lenta e faticosa ripresa dalla pandemia, si insinua proprio questo pericolo: dimenticare chi è rimasto indietro. Il rischio è che ci colpisca un virus ancora peggiore, quello dell’egoismo indifferente. Si trasmette a partire dall’idea che la vita migliora se va meglio a me, che tutto andrà bene se andrà bene per me». Conclude ancora Papa Francesco dalla Chiesa di Santa Faustina, Si parte da qui e si arriva a selezionare le persone, a scartare i poveri, a immolare chi sta indietro sull’altare del progresso. Questa pandemia ci ricorda però che non ci sono differenze e confini tra chi soffre. Siamo tutti fragili, tutti uguali, tutti preziosi. Quel che sta accadendo ci scuota dentro: è tempo di rimuovere le disuguaglianze, di risanare l’ingiustizia che mina alla radice la salute dell’intera umanità!».