«Bartimeo ha gridato, domandato e ottenuto quel che desiderava. L’uomo è mendicante di Dio»: è sulla figura del cieco di Gerico che si è incentrata la catechesi odierna di Papa Francesco nell’Udienza Generale del mercoledì. Il Santo Padre dopo la Messa da Santa Marta ha introdotto il nuovo ciclo di catechesi sul tema della preghiera che «è respiro della fede»: come ribadisce sempre Papa Francesco nella prima Udienza sul focus della preghiera, «Gesù ascolta il grido di chi veniva disprezzato: quel grido diventa domanda per Bartimeo. Riconosce la potenza della sua fede: la fede è avere due mani alzate e una voce che grida che per intonare il nome della salvezza». L’umiltà è il fondamento della preghiera (humus, terra, umile): «la non fede è invece soffocare quel grido, come la gente che voleva fare tacere quel cieco, la non fede è l’omertà, la fede è speranza di essere salvati, la non fede è abituarsi al male che ci opprime», conclude il Papa.



Nella Messa da Santa Marta questa mattina, la giornata era iniziata con una preghiera per giornalisti e persone che lavorano nella comunicazione, «in questo tempo di pandemia rischiano tanto e il lavoro è tanto. Che il Signore li aiuti in questo lavoro di trasmissione, sempre, della verità». L’omelia si è poi incentrata sul coraggio di vedere le temerebbe del proprio cuore, «affinché la luce del Signore entri e ci salvi»: come ribadito al termine della Santa Messa, «Il Signore ci salva dalle tenebre che noi abbiamo dentro, dalle tenebre della vita quotidiana, della vita sociale, della vita politica, della vita nazionale, internazionale … tante tenebre ci sono, dentro. E il Signore ci salva. Ma ci chiede di vederle, prima; avere il coraggio di vedere le nostre tenebre perché la luce del Signore entri e ci salvi. […] È venuto per salvarci. Non abbiamo paura della luce di Gesù».



MESSA SANTA MARTA CON PAPA FRANCESCO

Concluso il ciclo di catechesi sulle beatitudini, oggi Papa Francesco comincerà un nuovo percorso di riflessione sui temi dopo la Pasqua, a cominciare dalla Santa Messa dalla Cappella di Casa Santa Marta alle ore 7, a seguire poi alle 9.30 l’Udienza Generale dalla Biblioteca del Palazzo Apostolico. Per entrambi gli appuntamenti con l’agenda del Santo Padre, è prevista la consueta diretta tv su Rai 1 e Tv2000, oltre al video streaming su RaiPlay e il canale YouTube di Vatican News: prosegue invece la costante vicinanza di Papa Francesco al popolo travolto dall’emergenza coronavirus, ancora ieri con una riflessione prima della Messa da Santa Marta incentrata sulle vittime della pandemia e sulla mancanza spesso di un degno saluto da parte dei propri familiari più cari. «Preghiamo oggi per i defunti che sono morti per la pandemia. Sono morti da soli, sono morti senza la carezza dei loro cari, tanti neppure con il funerale. Il Signore li accolga nella gloria», sottolineava ieri mattina il Santo Padre prima di incentrare poi l’omelia della Santa Messa su tutti quegli atteggiamenti che impediscono nella quotidianità di tutti di conoscere e rispondere a Cristo.



«Siamo “pecore” [alla sequela] di tutte queste cose: delle ricchezze, dell’accidia, della rigidità, della mondanità, del clericalismo, di modalità, di ideologie, di forme di vita. Manca la libertà. E non si può seguire Gesù senza libertà. “Ma alle volte la libertà va oltre e uno scivola”. Sì, è vero. È vero. Possiamo scivolare andando in libertà. Ma peggio è scivolare prima di andare, con queste cose che impediscono di incominciare ad andare. Il Signore ci illumini per vedere, dentro di noi, se c’è la libertà di passare per la porta che è Gesù e andare oltre Gesù per diventare gregge, per diventare pecore del suo gregge», concludeva la profonda riflessione Papa Bergoglio.

UDIENZA GENERALE PAPA FRANCESCO

In attesa di scoprire quale tema abbia scelto Papa Francesco per concentrare i prossimi appuntamenti nel mese mariano dell’Udienza Generale, ancora 7 giorni fa la catechesi scelta dopo la Messa da Casa Santa Marta verteva sull’ultima beatitudine, la “nona” «Beati i perseguitati per la giustizia, perché di essi è il regno dei cieli (Mt 5,10)». Questa beatitudine annuncia la stessa felicità della prima, ovvero «”il regno dei Cieli è dei perseguitati così come è dei poveri in spirito”; comprendiamo così di essere arrivati al termine di un percorso unitario dipanato negli annunci precedenti», spiegava solo una settimana fa Papa Francesco. Nel sottolineare il dramma dell’esclusione e della persecuzione, poi il Santo Padre rammentò «Bisogna essere fedeli al sentiero umile delle Beatitudini, perché è quello che porta ad essere di Cristo e non del mondo […] L’esclusione e la persecuzione, se Dio ce ne accorda la grazia, ci fanno somigliare a Cristo crocifisso e, associandoci alla sua passione, sono la manifestazione della vita nuova. Questa vita è la stessa di Cristo, che per noi uomini e per la nostra salvezza fu “disprezzato e reietto dagli uomini”».