«Famiglie nelle sabbie mobili, triste che le donne incinte debbano nascondere la pancia per lavorare. Si parla spesso di sostenibilità economica, tecnologica e ambientale. Ma occorre parlare anche di sostenibilità generazionale»: così Papa Francesco ha introdotto il suo intervento agli Stati Generali della Natalità, la prima iniziativa organizzata dal Forum delle Associazioni Familiari con il contributo di imprese, istituzioni bancarie, mondo della cultura e della politica.



Una larga tavola rotonda per puntare sull’emergenza centrale del futuro di questo Paese: il crollo delle nascite, inteso non solo come mero problema “demografico”, bensì come una esiziale «necessità politica, sociale, culturale e antropologica», ha spiegato il Presidente del Forum Famiglie Gigi De Palo intervenuto sul palco per i saluti iniziali degli Stati Generali con Papa Francesco e il Presidente del Consiglio Mario Draghi.



IL DISCORSO DI PAPA FRANCESCO

«La natalità, tema urgente per rimettere in moto l’Italia», sottolinea ancora il Pontefice ringraziando il Premier per le parole di speranza e concretezza sul futuro dell’Italia a livello demografico, «Ringrazio tutti voi, che oggi riflettete sul tema urgente della natalità, basilare per invertire la tendenza e rimettere in moto l’Italia a partire dalla vita, a partire dall’essere umano. Ed è bello che lo facciate insieme, coinvolgendo le imprese, le banche, la cultura, i media, lo sport e lo spettacolo. In realtà ci sono molte altre persone qui con voi: ci sono soprattutto i giovani che sognano». Per Papa Francesco «non può esserci futuro senza le famiglie» e i dati lo confermano: «la maggior parte dei giovani desidera avere figli. Ma i loro sogni di vita, germogli di rinascita del Paese, si scontrano con un inverno demografico ancora freddo e buio: solo la metà dei giovani – conclude il Papa – crede di riuscire ad avere due figli nel corso della vita. L’Italia si trova così da anni con il numero più basso di nascite in Europa, in quello che sta diventando il vecchio Continente non più per la sua gloriosa storia, ma per la sua età avanzata»



NATALITÀ, L’INTERVENTO DEL PREMIER MARIO DRAGHI

Papa Francesco ha poi elogiato il Governo per l’adozione dell’Assegno Unico familiare a partire dal prossimo luglio, «Esprimo apprezzamento alle autorità e auspico che questo assegno venga incontro ai bisogni concreti delle famiglie, che tanti sacrifici hanno fatto e stanno facendo, e segni l’avvio di riforme sociali che mettano al centro i figli e le famiglie. Se le famiglie non sono al centro del presente, non ci sarà futuro; ma se le famiglie ripartono, tutto riparte». Poco prima nel suo intervento Mario Draghi (qui il testo integrale) aveva evidenziato proprio la necessità di puntare realmente sul futuro delle nuove generazioni: «Un’Italia senza figli è un’Italia che non crede e non progetta. È un’Italia destinata lentamente a invecchiare e scomparire. Il governo si sta impegnando su molti fronti per aiutare le coppie e le giovani donne», ha spiegato Draghi gli Stati Generali sulla Natalità. «In realtà, voler avere dei figli, voler costruire una famiglia, sono da sempre desideri e decisioni fondamentali nella nostra vita. Nel senso che la orientano e la disegnano in modo irreversibile. Ma la loro essenzialità non era percepita. La dimensione etica che questi desideri e queste decisioni comportano è fondante per tutte le società dove la famiglia è importante – cioè per tutte le società. Tuttavia, essa veniva spesso negata o respinta».

Esiste una stretta relazione diretta fra il numero delle nascite e la crescita economica, prosegue il Presidente del Consiglio, «Tuttavia, anche nelle società che crescono più della nostra, la natalità è in calo. Questo indica come il problema sia più profondo ed abbia a che fare con la mancanza di sicurezza e stabilità. Per decidere di avere figli, i giovani hanno bisogno di un lavoro certo, una casa e un sistema di welfare e servizi per l’infanzia. In Italia, purtroppo, siamo molto indietro su tutti questi fronti». In merito all’assegno unico, Draghi conferma «Dal luglio di quest’anno la misura entrerà in vigore per i lavoratori autonomi e i disoccupati, che oggi non hanno accesso agli assegni familiari. Nel 2022, la estenderemo a tutti gli altri lavoratori, che nell’immediato vedranno un aumento degli assegni esistenti». Le risorse saranno di 21 miliardi di euro, di cui 6 aggiuntivi rispetto agli attuali strumenti di sostegno alle famiglie: «Il PNRR prevede inoltre una clausola generale per incentivare le imprese a assumere più donne e giovani, quale condizione per partecipare agli investimenti del Piano. Infine, nel decreto ‘Imprese, lavoro, professioni’, che presenteremo la prossima settimana, lo Stato garantisce ai giovani gran parte del finanziamento necessario per l’acquisto della prima casa e ne abbatte gli oneri fiscali».