L’APPELLO DI PAPA FRANCESCO CONTRO LA VIOLENZA SULLE DONNE
Durante l’udienza di oggi in Vaticano davanti alla stampa cattolica italiana, Papa Francesco ha toccato in più punti del suo discorso la “cronaca” nazionale specie quando ha lanciato il suo personale appello contro le violenze subite dalle donne: nei giorni tristi del “caso” Giulia Cecchettin, il Santo Padre invita a procedere con l’educazione alla sana relazione per formare al meglio le nuove generazioni.
«Vediamo dalle tristissime cronache di questi giorni, dalle terribili notizie di violenza contro le donne», sottolinea Papa Francesco nel discorso in Sala Clementina, «quanto sia urgente educare al rispetto e alla cura: formare uomini capaci di relazioni sane. Comunicare è formare l’uomo». Per il Santo Padre, comunicare è formare la società, e per questo l’invito fatto ai giornalisti cattolici presenti a «non abbandonare il sentiero della formazione: sarà esso a portarvi lontano».
LA COMUNICAZIONE E LA TESTIMONIANZA: IL DISCORSO DEL PAPA AI GIORNALISTI CATTOLICI
L’invito ad una educazione sana per gli uomini nelle relazioni non è l’unico accenno fatto da Papa Francesco sui problemi della contemporaneità: dialogando con la Federazione Italiana Settimanali Cattolici e l’Unione Stampa Periodica Italiana, il Pontefice invita a seguire “tre sentiieri” utili nel vasto mondo della comunicazione. Formazione, tutela e testimonianza: «Negli ultimi anni diverse innovazioni hanno interessato il vostro settore e per questo è necessario rinnovare sempre l’impegno per la promozione della dignità delle persone, per la giustizia e la verità, per la legalità e la corresponsabilità educativa».
Sul tema della formazione, Papa Francesco invita i cronisti a promuovere una nuova “ecologia della comunicazione” «nei territori, nelle scuole, nelle famiglie, tra di voi. Voi avete la vocazione di ricordare, con uno stile semplice e comprensibile, che, al di là delle notizie e degli scoop, ci sono sempre dei sentimenti, delle storie, delle persone in carne e ossa da rispettare come se fossero i propri parenti». Sulla tutela, il Papa invita i giornalisti a non cedere alle “seduzioni” di una comunicazione provocatoria e polemica, «Non giocate solo in difesa ma, rimanendo “piccoli dentro”, pensate in grande, perché a un compito grande siete chiamati: tutelare, attraverso le parole e le immagini, la dignità delle persone, specialmente la dignità dei piccoli e dei poveri, i preferiti di Dio». Da ultimo la testimonianza, con Papa Francesco che cita l’esempio del Beato Carlo Acutis: «Egli sapeva molto bene che questi meccanismi della comunicazione, della pubblicità e delle reti sociali possono essere utilizzati per farci diventare soggetti addormentati, dipendenti dal consumo e dalle novità che possiamo comprare, ossessionati dal tempo libero, chiusi nella negatività. Lui però ha saputo usare le nuove tecniche di comunicazione per trasmettere il Vangelo, per comunicare valori e bellezza».