GAY E PECCATO, LA LETTERA DI PAPA FRANCESCO PER CHIARIRE

Ha provocato un clamore enorme l’intervista di Papa Francesco alla Associated Press nella parte in cui spiegava la posizione della Chiesa nei confronti dei rapporti gay e delle persone LGBTQ+: quella richiesta di “depenalizzazione” le persone arcobaleno era stata accompagnata dalla frase molto discussa “essere gay è un peccato”. Le polemiche sorte dopo le parole del Papa vengono poi affrontate dallo stesso Bergoglio in una lettera inviata a Padre James Martin, sacerdote responsabile della “pastorale LGBT”, sul portale di Outereach.



Proprio dopo l’intervista ad AP, è Padre Martin a scrivere al Papa per rivolgergli tre domande sul rapporto tra fedeli e persone omosessuali: «1-Santo Padre, grazie per il suo forte appello a depenalizzare l’omosessualità. Perché hai deciso di dirlo in questo momento?; 2-Sembra che ci sia stata una certa confusione riguardo al tuo commento, “Essere gay è un peccato”, che, ovviamente, non fa parte dell’insegnamento della chiesa. La mia sensazione era che stavi semplicemente ripetendo ciò che gli altri avrebbero potuto dire ipoteticamente. Quindi, pensi che essere semplicemente gay sia un peccato?; 3-Cosa direbbe ai vescovi cattolici che ancora sostengono la criminalizzazione dell’omosessualità?». Nella risposta di proprio pugno in spagnolo, Papa Francesco chiarisce una volta per tutte la vicenda: «Non è la prima volta che parlo di omosessualità e di persone omosessuali. E ho voluto precisare che non è reato, per sottolineare che la criminalizzazione non è né buona né giusta. Quando ho detto che è un peccato, mi riferivo semplicemente alla dottrina morale cattolica, che dice che ogni atto sessuale al di fuori del matrimonio è un peccato».



COSA AVEVA DETTO PAPA FRANCESCO SUL TEMA DELLE PERSONE GAY

Come sottolinea sempre Papa Francesco, occorre sempre considerare le circostanze che possono «diminuire o eliminare la colpa»: il Santo Padre ammette di aver usato un tono “colloquiale” che forse non ha reso al meglio le sue intenzioni. Nella lettera ad Outreach il Pontefice sottolinea «stavo ripetendo qualcosa in generale. Avrei dovuto dire “È un peccato, come qualsiasi atto sessuale al di fuori del matrimonio“. Questo per parlare della “materia” del peccato, ma sappiamo bene che la morale cattolica non solo prende in considerazione la questione, ma valuta anche la libertà e l’intenzione; e questo, per ogni specie di peccato». Congedandosi da Padre Martin, Papa Francesco scrive come «In un’intervista televisiva, dove abbiamo parlato con un linguaggio naturale e colloquiale, è comprensibile che non ci sarebbero definizioni così precise».



Ritornando all’intervista con l’Associated Press, Papa Francesco aveva affrontato in questi termini il rapporto della Chiesa con i fedeli LGBTQ+: «Essere omosessuali non è un crimine. Non è un crimine. Sì, ma è un peccato. Bene, ma prima distinguiamo tra un peccato e un crimine. Ma è anche un peccato mancare di carità gli uni con gli altri». Continuando nel suo colloquio, il Papa ha poi utilizzato la stessa definizione di “peccato” contro i vescovi che in alcune parti del mondo criminalizzano o discriminano l’omosessualità: «Questi vescovi devono fare un processo di conversione. la tenerezza, per favore, come Dio ha per ciascuno di noi».