L’APPELLO DI PAPA FRANCESCO CONTRO LE GUERRE E LE ARMI NUCLEARI
È dalla Mongolia che arriva il nuovo appello di Papa Francesco contro gli armamenti e i rischi di una guerra nucleare allargata, non solo in Ucraina: incontrando le autorità, la società civile e il corpo diplomatico sabato nel terzo giorno di visita in Mongolia, il Santo Padre è entrato nel dettaglio dell’importante sforzo contro la proliferazione degli armamenti nucleari promossa dal governo locale.
«La Mongolia di oggi, infatti, con la sua ampia rete di relazioni diplomatiche, la sua attiva adesione alle Nazioni Unite, il suo impegno per i diritti umani e per la pace, riveste un ruolo significativo nel cuore del grande continente asiatico e nello scenario internazionale. Vorrei menzionare anche la vostra determinazione a fermare la proliferazione nucleare e a presentarsi al mondo come Paese senza armi nucleari», sottolinea Papa Francesco nel suo discorso presso il Palazzo di Stato a Ulaanbaatar, aggiungendo come la Mongolia resta non solo una nazione democratica che attua politica estera pacifica, «ma si propone di svolgere un ruolo importante per la pace mondiale. Inoltre – altro provvido elemento da segnalare – la pena capitale non compare più nel vostro ordinamento giudiziale».
PAPA FRANCESCO E IL SALUTO DALLA MONGOLIA ALLA CINA: NUOVA DISTENSIONE…
Ampliando il ragionamento sulla figura di Gengis Khan di cui ricorrono nel 2023 gli 860 anni dalla nascita, Papa Francesco invita tutti a guardare lo sforzo di pace di un Paese come la Mongolia al confine con Russia e Cina: «Voglia il Cielo che sulla terra, devastata da troppi conflitti, si ricreino anche oggi, nel rispetto delle leggi internazionali, le condizioni di quella che un tempo fu la pax mongolica, cioè l’assenza di conflitti. Come dice un vostro proverbio, “le nuvole passano, il cielo resta”: passino le nuvole oscure della guerra, vengano spazzate via dalla volontà ferma di una fraternità universale in cui le tensioni siano risolte sulla base dell’incontro e del dialogo, e a tutti vengano garantiti i diritti fondamentali! Qui, nel vostro Paese ricco di storia e di cielo, imploriamo questo dono dall’Alto e diamoci da fare insieme per costruire un avvenire di pace».
Al termine della Santa Messa celebrata oggi sempre in Mongolia alla “Steppe Arena”, Papa Francesco ha “rotto” il cerimoniale facendo avvicinare il cardinale Tong Hon e il futuro porporato Chow, pastore emerito e attuale vescovo di Hong Kong: «Io vorrei approfittare della sua presenza per inviare un caloroso saluto al nobile popolo cinese. A tutto il popolo auguro il meglio, e andare avanti, progredire sempre». Visti i delicatissimi rapporti in Asia tra Cina, Hong Kong, Mongolia e così via, la scelta di Papa Francesco di lanciare un secondo messaggio “distensivo” a Pechino – nel giro di pochi giorni – non è da poco e potrebbe realmente precedere la ormai prossima tappa della “missione di pace” del Vaticano con il cardinale Zuppi: «ai cattolici cinesi chiedo di essere buoni cristiani e buoni cittadini. A tutti», ha aggiunto al termine il Pontefice confermando di fatto l’intenzione di un dialogo tra due Paesi come Cina e Vaticano che ogni due anni faticosamente rinnovano l’Accordo diplomatico sulla nomina del clero e le libertà dei cristiani.