IL DISCORSO DI PAPA FRANCESCO SULLA FRATERNITÀ

Senza Papa Francesco in piazza San Pietro, inevitabilmente l’impatto del Meeting sulla Fraternità Umana ha avuto un’eco mondiale più ridimensionata ma non questo meno importante sul contenuto: il Meeting “Not Alone” organizzato sabato 10 giugno in Vaticano ha visto un susseguirsi di testimonianze, contributi artistici e interventi tutti centrati sulla fraternità “come dinamica fondamentale del nostro peregrinare”. Il discorso del Papa è stato letto in Piazza dal cardinale Mauro Gambetti in quanto il Santo Padre si trova ancora a riposo nel ricovero del Policlinico Gemelli (seguito dell’intervento di laparotomia addominale dello scorso mercoledì).



«Anche se non posso accogliervi di persona, vorrei darvi il mio benvenuto e ringraziarvi di cuore per essere venuti. Sono contento di affermare insieme a voi il desiderio di fraternità e di pace per la vita del mondo», ha scritto Papa Francesco nel messaggio al Meeting mondiale sulla fraternità, organizzato nel momento di massima tensione internazionale con Oriente e Occidente in lotta fratricida non solo sul fronte Ucraina. «Il Cielo che sta sopra di noi ci invita a camminare sulla terra insieme, a riscoprirci fratelli e a credere nella fraternità come dinamica fondamentale del nostro peregrinare», sottolinea il Pontefice riportando alcuni passaggi dell’enciclica “Fratelli tutti”, «la fraternità ha qualcosa di positivo da offrire alla libertà e all’uguaglianza». L’altro è un volto, mai un numero o un problema: «merita rispetto, non “qualcosa” da utilizzare, sfruttare o scartare. Nel nostro mondo, dilaniato dalla violenza e dalla guerra, non bastano ritocchi e aggiustamenti: solo una grande alleanza spirituale e sociale che nasca dai cuori e ruoti attorno alla fraternità può riportare al centro delle relazioni la sacralità e l’inviolabilità della dignità umana». La fraternità cristiana non ha bisogno di teoria, si basa sull’assunto di Gesù per quella “cultura di pace” testimoniata nei Vangeli: «La domanda da porci non è dunque che cosa la società e il mondo possono darmi, ma che cosa posso dare io ai miei fratelli e alle mie sorelle. Tornando a casa, pensiamo a quale gesto concreto di fraternità fare: riconciliarci in famiglia, con gli amici o con i vicini, pregare per chi ci ha ferito, riconoscere e aiutare chi è nel bisogno, portare una parola di pace a scuola, in università o nella vita sociale, ungere di prossimità qualcuno che si sente solo…».



PAPA FRANCESCO: “L’ABBRACCIO È SIMBOLO DI SPERANZA”

Papa Francesco si appella alla cultura di pace che non sgorga da un non precisato “buonismo” ma discende direttamente dalla testimonianza di Dio, fattosi uomo e carne in Gesù per salvare l’umanità: «Non stanchiamoci di gridare “no alla guerra”, in nome di Dio o nel nome di ogni uomo e di ogni donna che aspira alla pace. Mi vengono alla mente quei versi di Giuseppe Ungaretti che, nel cuore della guerra, sentì il bisogno di parlare proprio dei fratelli come «Parola tremante / nella notte / Foglia appena nata». La fraternità è bene fragile e prezioso». Credere che l’altro sia “fratello” non è un concetto vuoto ma è il futuro stesso su cui si giocherà il nostro Pianeta, la nostra umanità.



Per Papa Francesco la fraternità è «emanciparsi dalla povertà di credersi al mondo come figli unici. Significa, al tempo stesso, scegliere di superare la logica dei soci, che stanno insieme solo per interesse, sapendo anche andare oltre i limiti dei vincoli di sangue o etnici, che riconoscono solo il simile e negano il diverso». Se si sceglie la fraternità, ribadisce il Pontefice al Meeting mondiale sul tema, «anche le politiche cambiano: la persona torna a prevalere sul profitto, la casa che tutti abitiamo sull’ambiente da sfruttare per i propri interessi, il lavoro viene pagato con il giusto salario, l’accoglienza diventa ricchezza, la vita speranza, la giustizia apre alla riparazione e la memoria del male procurato viene risanata nell’incontro tra vittime e rei». Papa Francesco infine ringrazia i tanti illustri Premi Nobel presenti per aver dato vita alla “Dichiarazione sulla fraternità umana”, «ci offra “una grammatica della fraternità” e sia una guida efficace per viverla e a testimoniarla ogni giorno in modo concreto. Avete lavorato bene insieme e vi ringrazio tanto!». Nel salutare la Piazza, il discorso del Papa si concentra sulla semplicità di un abbraccio come simbolo massimo dell’amore di Cristo: «Di questo pomeriggio trascorso insieme vi auguro di custodire nel cuore e nella memoria il desiderio di abbracciare le donne e gli uomini di tutto il mondo per costruire insieme una cultura di pace. La pace, infatti, ha bisogno di fraternità e la fraternità ha bisogno di incontro. L’abbraccio dato e ricevuto oggi, simboleggiato dalla piazza nella quale vi state incontrando, diventi impegno di vita. E profezia di speranza. Io stesso vi abbraccio e, mentre vi ripeto il mio grazie, di cuore vi dico: sono con voi!».