«I genitori non condannino i figli con orientamenti sessuali diversi»: lo ha detto Papa Francesco nella consueta Udienza generale del mercoledì, giunta alla nona catechesi sulla figura di San Giuseppe.
Parlando del timore per il destino cui era chiamato il falegname di Nazareth, il Pontefice compie un interessante parallelo con la vita dei nostri giorni e con le preoccupazioni che un padre e una madre nutrono per i propri figli. «Penso in questo momento a tante persone che sono schiacciate dal peso della vita e non riescono più né a sperare né a pregare. San Giuseppe possa aiutarle ad aprirsi al dialogo con Dio, per ritrovare luce, forza e pace. E penso anche ai genitori davanti ai problemi dei figli», spiega Francesco davanti alla platea dell’Aula Paolo VI piena di famiglie e coppie giovani. Il Papa accenna le varie problematiche, dalla malattia dei figli al dolore della pandemia, fin però a citare con forza il tema sempre molto delicato nella Chiesa sulle persone gay: «Genitori che vedono orientamenti sessuali diversi nei figli; come gestire questo e accompagnare i figli e non nascondersi in un atteggiamento condannatorio». Sui tanti problemi che affliggono i genitori l’invito di Papa Francesco è quello di guardare a San Giuseppe: «mai condannare un figlio. […] coraggio di papà e di mamma che accompagnano i figli sempre, sempre. Chiediamo al Signore di dare a tutti i papà e a tutte le mamme questo coraggio che ha dato a Giuseppe. E poi pregare perché il Signore ci aiuti in questi momenti».
L’UDIENZA DEL PAPA: DALLA SHOAH ALLA SUA SALUTE
La preghiera però, chiarisce bene il Papa sempre in Udienza generale, non è un aspetto spiritualistico o intimista: «La preghiera è sempre indissolubilmente legata alla carità. Solo quando uniamo alla preghiera l’amore, l’amore per i figli per il caso che ho detto adesso o l’amore per il prossimo riusciamo a comprendere i messaggi del Signore. Giuseppe pregava, lavorava e amava – tre cose belle per i genitori: pregare, lavorare e amare – e per questo ha ricevuto sempre il necessario per affrontare le prove della vita. Affidiamoci a lui e alla sua intercessione». Nell’appello finale all’Udienza, Papa Francesco ricorda la commemorazione di domani per la strage della Shoah: «Domani si celebra la Giornata internazionale della memoria delle vittime dell’Olocausto. È necessario ricordare lo sterminio di milioni di ebrei e persone di diverse nazionalità e fedi religiose. Non deve più ripetersi questa indicibile crudeltà! Faccio appello a tutti, specialmente agli educatori e alle famiglie, perché favoriscano nelle nuove generazioni la consapevolezza dell’orrore di questa pagina nera della storia. Essa non va dimenticata, affinché si possa costruire un futuro dove la dignità umana non sia più calpestata». Infine il Santo Padre dà un aggiornamento sulle sue attuali condizioni di salute, non ottimali: spiega di avere un’infiammazione al legamento del ginocchio e per questo non è potuto scendere a salutare i fedeli in aula, «È una cosa passeggera. Dicono che questo viene solo ai vecchi, e non so perché è arrivato a me…».