«Il grido che si leva dalla Siria è sempre presente al cuore di Dio, ma sembra non riesca a toccare quello degli uomini che hanno in mano le sorti dei popoli»: è ancora una volta durissimo il monito lanciato da Papa Francesco nel suo discorso oggi in Vaticano con i partecipanti dell’Assemblea della Riunione delle Opere per l’Aiuto alle Chiese Orientali (ROACO).
Secondo il Santo Padre ancora l’orizzonte positivo non si vede dopo tutto questo tempo, in Siria come in gran parte del Medio Oriente: «rimane lo scandalo di dieci anni di conflitto, milioni di sfollati interni ed esterni, le vittime, l’esigenza di una ricostruzione che resta ancora in ostaggio di logiche di parte e della mancanza di decisioni coraggiose per il bene di quella martoriata nazione», nota Papa Francesco di fronte ai rappresentanti ROACO, impegnati da tempo nella lotta quotidiana per la testimonianza del Vangelo nella semplice ma determinante assistenza dei popoli dilaniati dalla guerra. Il Papa parla dell’Iraq, del Libano, della martoriata Palestina e ovviamente anche della Siria: «popoli per i quali sogniamo sempre che nel cielo si distenda l’arco della pace, dato da Dio a Noè come segno dell’alleanza tra Cielo e terra e della pace tra gli uomini».
PAPA FRANCESCO E IL FUTURO DEL MEDIO ORIENTE
Troppo spesso, lamenta ancora Papa Francesco nel suo discorso in Vaticano, «quei cieli (in Medio Oriente, special modo su Siria, Israele e Libano, ndr) sono solcati da ordigni che portano distruzione, morte e paura». L’appello del Santo Padre è volto a permettere che l’azione dei rappresentanti ROACO possa allargarsi a tutti gli uomini e donne operanti in ruoli di potere in quei Paesi martoriati dalla guerra: «A volte bisogna ricostruire gli edifici e le cattedrali, comprese quelle distrutte dalle guerre, ma anzitutto bisogna avere a cuore le pietre vive che sono ferite e disperse». Il Papa ha poi parlato anche di Africa e Asia, richiamando la “Fratelli Tutti” nel messaggio centrale di costante fraternità e uguaglianza tra i popoli, «Rinnovo pertanto l’appello a tutti perché si riscopra l’importanza di questa carità, di cui parlava già San Paolo nelle sue Lettere e che San Paolo VI ha voluto riorganizzare con la Esortazione Apostolica Nobis in animo, del 1974, che ripropongo nella sua piena attualità e validità».