INCONTRO IN VATICANO TRA PAPA FRANCESCO E PADRE GEORG DOPO LE POLEMICHE
Nella mattina di lunedì 9 gennaio in Vaticano Papa Francesco ha ricevuto in udienza privata Mons. Georg Gaenswein, Prefetto della Casa Pontificia e segretario particolare del compianto defunto Benedetto XVI. L’incontro reso noto dalla Sala Stampa Vaticana arriva dopo le settimane di celebrazioni del Natale e soprattutto dopo i funerali del Santo Padre Emerito Joseph Ratzinger, con Padre Georg che dopo quasi 10 anni di assistenza fraterna e vicinanza fianco a fianco, ha potuto dare commiato a Benedetto XVI davanti agli occhi della cristianità.
Come è però noto, specie per la profonda “copertura mediatica” di questi giorni, il rapporto tra Papa Francesco, Benedetto XVI e Padre Georg è stato sviscerato in diverse dichiarazioni del vescovo tedesco circa soprattutto vicende passate che hanno segnato gli anni di “ritiro” in Monastero Mater Gratiae del Papa Emerito. A cominciare dall’intervista (registrata pochi giorni prima della morte di Benedetto XVI) a Ezio Mauro per “La Scelta” in merito alla presunta “mano del diavolo” vista anche in Vaticano durante gli ultimi anni di Pontificato di Ratzinger: «La parola scandalo certamente è un po’ forte, ma vero è che durante il pontificato ci sono stati molti problemi, Vatileaks, poi lo Ior. Ma è ovvio che, come direbbe Papa Francesco, il cattivo, il maligno, il diavolo non dorme. È chiaro, cerca sempre di toccare, di colpire dove i nervi sono scoperti, e fa più male. La mano del diavolo l’ho sentita in realtà molto contraria contro Papa Benedetto».
PAPA FRANCESCO-MONS. GEORG GÄNSWEIN: LE FRIZIONI E IL FUTURO
A pesare però a livello di “immagine pubblica” sulla Chiesa Cattolica sono state altre dichiarazioni di Mons. Georg Gänswein rilasciate sia in un libro di prossima uscita “Nient’altro che la verità” (già pianificato prima della morte di Papa Benedetto XVI, ndr) che in una intervista al quotidiano tedesco “Die Tagespost”. In quest’ultima, il segretario particolare di Ratzinger rivela che il motu proprio “Traditionis Custodes” di Papa Francesco nel 2021 abbia addirittura «spezzato il cuore» a Benedetto XVI sul tema della messa in latino: «Quello è stato un punto di svolta. Credo che Papa Benedetto abbia letto questo motu proprio con dolore nel cuore», spiega Mons. Georg alla vigilia dei funerali solenni in Vaticano celebrati da Papa Francesco. Parole che, riteniamo, probabilmente non erano considerate come un attacco diretto a Papa Francesco ma più come un ricordo del recente passato in merito ad un tema molto caro a Ratzinger tra l’altro già sviscerato a suo tempo.
È la tempistica ad aver acceso la polemica mediatica facendo riaffiorare lo scontro mai sopito in alcune parti della Chiesa, tra “conservatori” filo-Benedetto e “progressisti” filo-Francesco. Infine, Padre Georg nel libro Nient’altro che la verità in uscita con Piemme, ha raccontato di come Papa Francesco lo avrebbe congedato dall’incarico di prefetto della Casa pontificia: «Restai scioccato e senza parole quando Francesco mi disse: lei rimane prefetto ma da domani non torni al lavoro», lamentandosi di fatto di essere rimasto tutt’oggi un Prefetto della Casa Pontificia semi-sospeso e senza particolare incarico. Al netto delle volontà mediatiche (dentro e fuori la Chiesa) di voler a tutti costi mettere in contrapposizione i due Papati, l’incontro di oggi in Vaticano potrebbe semplicemente riguardare l’incarico futuro da assegnare a Mons. Gänswein visto che con la morte di Benedetto XVI il suo ruolo di segretario particolare e assistente viene a concludersi naturalmente. Voci dalla Santa Sede parlano di possibile incarico come nunzio apostolico o in alternativa come potenziale nuova cattedra in una università pontificia.
LA LETTERA DEL PRETE DI BERGAMO “CONTRO” GEORG GÄNSWEIN
Come spesso avvenuto in passato nei confronti delle presunte distanze e polemiche tra Papa Francesco e Benedetto XVI – anche se è inutile negare una profonda diversità nel condurre il Magistero e nella comunicazione della fede a livello teologico, pubblico e liturgico – è più l’aspetto mediatico ad aver reso il rapporto tra Padre Georg e Papa Francesco simile ad un vero e proprio scontro. Non ha di certo aiutato a rendere più “sereno” il dibattito interno la lettera aperta per invitare il segretario di Benedetto XVI a fermare la pubblicazione del suo libro, scritta da un sacerdote della Diocesi di Bergamo, Don Alberto Varinelli. L’appello emerso poi sui social vedeva scritto quanto segue: «So che tra pochi giorni verrà pubblicato un testo con le sue memorie, di cui le interviste da lei rilasciate costituiscono un’anticipazione: come ben sa, quel testo è molto atteso dalle frange ostili al papa regnante e se vi saranno attacchi a Francesco quel testo farà molto male all’unità della Chiesa. Eccellenza – si legge nella lettera aperta del prete del bergamasco, condivisa da diversi altri sacerdoti sempre sui social -, come fece Papa Benedetto, dichiarandolo in sede di rinuncia, esamini attentamente e ripetutamente anche lei la sua coscienza dinanzi a Dio e se emergerà che quel testo è una raccolta di risentimenti e attacchi, pur con tutte le conseguenze che vi faranno seguito, ne blocchi immediatamente la stampa e il commercio. Sarà un atto nobile di un vescovo che sta dalla parte della verità, senza cedere a simpatie o alla tentazione del risentimento».
In relazione alle divisioni e presunti scontri “interni” emersi dopo le dichiarazioni di Mons. Georg Gänswein, sono state “lette” le parole di Papa Francesco durante l’Angelus dell’8 gennaio: «Il chiacchiericcio è un’arma letale, uccide, uccide l’amore, uccide la società, uccide la fratellanza. Chiediamoci: io sono una persona che divide o una persona che condivide? […] Noi pure, discepoli di Gesù, siamo chiamati a esercitare in questo modo la giustizia, nei rapporti con gli altri, nella Chiesa, nella società: non con la durezza di chi giudica e condanna dividendo le persone in buone e cattive, ma con la misericordia di chi accoglie condividendo le ferite e le fragilità delle sorelle e dei fratelli, per rialzarli. Vorrei dirlo così: non dividendo, ma condividendo. Non dividere, ma condividere. Facciamo come Gesù: condividiamo, portiamo i pesi gli uni degli altri, invece di chiacchierare e distruggere, guardiamoci con compassione, aiutiamoci a vicenda».