Il denaro è un mezzo necessario per raggiungere gli obiettivi, ma non dovrebbe mai essere un fine in sé. Lo ha ricordato Papa Francesco sabato scorso in occasione dell’incontro con il personale delle Pontifice Opere Missionarie, che svolgono un ruolo importante nella diffusione della fede cattolica nel mondo. Parole chiare da parte del Santo Padre, anche alla luce di alcune ombre nel passato della Chiesa, tra investimenti in perdita e contabilità opaca.
Quando si tratta di denaro, Papa Francesco non scherza mai, del resto ha fatto registrare progressi importanti nella riorganizzazione delle strutture finanziarie della Chiesa. Ma resta una questione, quella dell’opportunità di applicare standard etici più elevati negli affari della Chiesa. Questo sarebbe il caso di Andrew Small, ex responsabile delle opere missionarie in America. Il religioso anglo-americano ha trascorso dieci anni a raccogliere fondi per le diocesi più povere del mondo come responsabile di una raccolta fondi TPMS-US in America.
Süddeutsche Zeitung, che alla vicenda ha dedicato un approfondimento, lo definisce «un creativo come le star di Wall Street a New York». Ha fondato, infatti, due società finanziarie, che gestisce anche come amministratore delegato, cosa molto insolita in un contesto ecclesiale. Stando ad un’inchiesta giornalistica dell’agenzia di stampa AP, ha spostato denaro tra le società da lui controllate. Nello specifico, si parla di almeno 17 milioni di dollari che sono passati dal fondo per le donazioni del Vaticano negli Stati Uniti, TPMS-US, alle sue due fondazioni, fondi laici che non fanno solo del bene, ma dovrebbero anche incrementare i loro depositi, ad esempio concedendo prestiti a basso interesse e investimenti in Africa per iniziative fondiarie della Chiesa.
IL PRESUNTO “RICHIAMO” DEL PAPA AD ANDREW SMALL
Ora TPMS-US ha dovuto cancellare 10,2 milioni di dollari dell’importo totale trasferito come perdita, in quanto «non c’è un calendario e non c’è garanzia di ritorno sull’investimento», riporta AP che ha visionato i bilanci. Andrew Small si difende, spiegando che le donazioni in generale sono in calo e che la strategia «dona soldi e confida che il Vaticano li spenda bene» funziona sempre meno. Per questo, riporta Süddeutsche Zeitung, ha cercato di usare altri metodi per raccogliere fondi sufficienti per le imprese della Chiesa in Africa. Inoltre, si dice addolorato per la poca fiducia nella restituzione del denaro: «Se non crediamo nei nostri colleghi missionari, come faranno le banche e gli altri mercati dei capitali?». Il giornale tedesco precisa che tutti i pagamenti sono stati effettuati in modo legalmente pulito, quindi non c’è alcun problema di corruzione. Il problema è un altro: al Papa non piace la troppa “creatività” dei suoi uomini nelle questioni di denaro. Infatti, i successori di Andrew Small al TPMS-US hanno cambiato statuti e dipendenti. Bergoglio, dunque, secondo il giornale tedesco faceva riferimento a questa vicenda quando in udienza ha messo in guardia dalla corruzione in generale e ha implorato di non mettere le questioni di denaro al di sopra di tutto il resto, ma di tenere sempre d’occhio la “spiritualità”.
La questione è delicata anche perché ora Andrew Small trascorre molto tempo in Vaticano ed è stato incaricato dal Papa di dirigere de facto la Commissione per la protezione dei minori, il cui presidente è il cardinale O’Malley. Infatti, come evidenziato da SZ, Small sta attualmente riorganizzando la Commissione, in modo dinamico, con strutture di ampio respiro e una nuova sede a Roma. Un «esternalismo» che sarebbe in parte responsabile delle dimissioni del gesuita tedesco padre Hans Zollner, miglior esperto vaticano in materia di abusi su persone protette, che ha detto addio due mesi fa all’organismo che aveva lui stesso contribuito a fondare. Una scelta dovuta al fatto che non vedeva alcun progresso significativo nella lotta contro gli abusi sistematici. Inoltre, si era anche pubblicamente lamentato delle strutture opache della commissione, soprattutto dal punto di vista finanziario. Papa Francesco, dunque, resta in guardia. Infatti, il suo portavoce ha fatto sapere al quotidiano tedesco: «La Santa Sede è al corrente della situazione e sta attualmente indagando sui dettagli degli eventi».