LA “LAICITÀ” DI PAPA FRANCESCO E IL CONGRESSO IN CORSICA SUL FUTURO DI EUROPA E MEDITERRANEO
Per una vera laicità moderna contro il laicismo modernista: Benedetto XVI lo aveva ben sentenziato già durante il suo Magistero e molto riecheggia dal discorso tenuto oggi domenica 15 dicembre 2024 nel primo viaggio apostolico di un Pontefice in terra di Corsica. Intervenuto in chiusura del congresso “La religiosità popolare nel Mediterraneo”, Papa Francesco ha salutato la comunità cattolica di Ajaccio e dell’intera Corsica con un Viaggio Apostolico “lampo”: i discorsi ai delegati, l’Angelus con vescovi e preti, la Santa Messa aperta a tutti, tutto a pochi giorni dal Natale e dall’apertura del Santo Giubileo 2025.
È dunque nel segno della laicità che Papa Francesco decide di puntare il discorso allo splendido Palazzo dei Congressi di Ajaccio: parlando delle problematiche della fede nell’era globale e continentale di profonda secolarizzazione, il Santo Padre richiama la necessità di una «laicità non statica e ingessata», ovvero dinamica, capace di adattarsi al mondo evolutivo, promuovendo una continua collaborazione «tra autorità civili ed ecclesiastiche per il bene dell’intera collettività». Una sana laicità che non si tramuti nel bieco laicismo di chi vuole far tacere la libertà di parola e di fede, la proposta della Chiesa all’Europa di oggi è quella di non scordarsi le radici del passato e le complessità del mondo presente, il tutto guardando al futuro di un Bene Comune augurato (e già promesso dal Signore) a tutti: «una sana laicità, ma accanto una religiosità. Si rispettano i campi», riporta Papa Francesco dei pensieri di Ratzinger in “Ecclesia in Medio Oriente”. Un concetto di laicità che possa da un lato garantire alla politica di operare senza mai strumentalizzare la religione, ma al contempo anche la fede deve essere chiamata a vivere liberamente il messaggio che porta con sé senza “farsi” dettare dalla politica. Come ricordava Benedetto XVI, la vera laicità è quella che libera la religione dal peso della politica arricchendola al contempo, «mantenendo tra loro una necessaria distanza, una chiara distinzione e la necessaria collaborazione tra le due».
IL PRIMO VIAGGIO DI UN PAPA IN CORSICA: L’ANGELUS E L’OMELIA DELLA SANTA MESSA CONCLUSIVA (PRIMA DELL’INCONTRO CON MACRON)
Una laicità che può essere descritta perfettamente dal messaggio scritto da Papa Francesco sul libro d’onore all’uscita dal Municipio di Ajaccio, centro principale della Corsica francese: serve infatti che l’Europa intera possa rimanere «attaccati alle radici e aperti al mondo», questo l’augurio del Santo Padre alla cittadinanza corsa dopo la calorosa accoglienza ricevuta fin dal primo mattino. Prima della Santa Messa davanti a quasi 10mila persone sotto la statua di Napoleone, Papa Francesco ha pregato l’Angelus in questa penultima domenica d’Avvento 2024 concentrando l’attenzione sulla grazia cristiana come fondamento della fede assieme alla libertà umana nella ricezione: «Nel contesto europeo in cui ci troviamo, non mancano problemi e sfide che riguardano la trasmissione della fede, e ogni giorno voi fate i conti con questo, scoprendovi piccoli e fragili».
Parlando alla Corsica, ma idealmente all’intera popolazione cristiana nell’Europa “secolare” e “laicista”, il Pontefice “rassicura” sulla missione cristiana che resta in capo all’iniziativa di Gesù, dove l’umanità non è il centro “vibrante” da cui tutto dipende. È Dio, è Cristo ad essere al centro, ripete Papa Francesco: questo ovviamente non significa che l’uomo non abbia una componente centrale nell’evoluzione della storia, «Ci spoglia della pretesa di farcela da soli, ci insegna a considerare la missione cristiana come qualcosa che non dipende dalle forze umane». Il primato della grazia divina ci lascia la responsabilità umana e cristiana di proseguire l’opera del Signore, conclude il Papa prima dell’Angelus, «con fraternità, cura e ascolto della gente». La forza trainante del perdono è il trade union del discorso tenuto da Papa Francesco all’Angelus e nell’omelia della Santa Messa finale in Corsica: in merito alla figura centrale del Vangelo di oggi, il Giovanni Battista, il perdono e la grazia del Battesimo salvano un’umanità rinchiusa spesso su se stessa, «la Chiesa annuncia una speranza certa, che non delude, perché il Signore viene ad abitare in mezzo a noi. E allora il nostro impegno per la pace e la giustizia trova nella sua venuta una forza inesauribile».