Papa Francesco ha fatto visita nel pomeriggio di ieri alla poetessa Edith Bruck, sopravvissuta alla Shoah, nella sua abitazione di Roma. Così come si nota dal video che trovate pubblicato più sotto, il Santo Padre si è recato attorno alle ore 16:00 di sabato 20 febbraio dalla scrittrice ungherese: “La conversazione con il Papa – riferisce il direttore della Sala Stampa della Santa Sede, Matteo Bruni – ha ripercorso quei momenti di luce di cui è stata costellata l’esperienza dell’inferno dei lager e ha evocato i timori e le speranze per il tempo che viviamo, sottolineando il valore della memoria e il ruolo degli anziani nel coltivarla e tramandarla ai più giovani”.
L’incontro fra i due è durato all’incirca un’ora, e il vis-a-vis era stato chiesto da Papa Francesco dopo aver letto l’intervista dell’Osservatore Romano risalente allo scorso 26 gennaio, per la Giornata della Memoria. “Sono venuto qui da lei per ringraziarla – il saluto di Sua Santità ad Edith Bruck – per la sua testimonianza e per rendere omaggio al popolo martire della pazzia del populismo nazista. E con sincerità le ripeto le parole che ho pronunciato dal cuore allo Yad Vashem e che ripeto davanti a ogni persona che come lei ha sofferto tanto a causa di questo: ‘Perdono, Signore, a nome dell’umanità!'”.
PAPA FRANCESCO DA EDITH BRUCK: IL VIDEO DELL’INCONTRO
Assieme a Papa Francesco, come riferisce Vatican News, vi era anche Andrea Monda, il direttore dell’Osservatore Romano. Edith Bruck era riuscita ad uscire “indenne” dal campo di concentramento di Bergen-Belsen, e nel corso della sua vita ha deciso di testimoniare l’errore vissuto, così come le fu chiesto dai due sconosciuti proprio durante la prigionia: “Racconta, non ti crederanno – le dissero – ma se tu sopravvivi racconta, anche per noi”. Ciò che stupisce di Edith è la sua capacità di descrivere quei momenti terribili sempre con un pizzico di luce, come quando un soldato tedesco le lanciò la sua gavetta da lavare “ma al fondo aveva lasciato della marmellata per me”, o quando il cuoco che lavorava nelle cucine per gli ufficiali le chiese come si chiamasse, per poi replicare “Ho una bambina della tua età”, e ancora: “tirò fuori dalla tasca un pettinino e guardando la mia testa con i capelli appena appena ricresciuti me lo regalo’. Fu la sensazione di trovarmi davanti dopo tanto tempo un essere umano. Mi commosse quel gesto che era vita, speranza”.