L’INCONTRO DI PAPA FRANCESCO CON LE MOGLIE DEL BATTAGLIONE AZOV
«L’incontro con Papa Francesco è stato un momento storico. Speriamo tutti insieme che questo possa aiutare a salvare i nostri mariti, i soldati che sono nella Azovstal a Mariupol. Noi speriamo che questo incontro ci dia una chance per salvare le loro vite»: lo hanno detto in Piazza San Pietro in Vaticano, Kataryna Prokopenko e Yulya Fedosiuk, rispettivamente le mogli del comandante del battaglione ucraino Azov e di un ufficiale della medesima brigata.
Dopo l’evacuazione di quasi tutti i civili dall’acciaieria Azovstal di Mariupol, ormai restano all’interno degli infiniti cunicoli del sito siderurgico solo i mille soldati del battaglione nazionalista di stanza sul Mar d’Azov. Sono ripresi gli attacchi della Russia nelle ultime 12 ore, con i responsabili delle milizie filo-russe del Donbass che hanno fatto sapere «senza più civili ora abbiamo le mani libere». Anche per questa ulteriore emergenza, le due donne sono state ricevute al termine dell’Udienza Generale in San Pietro da Papa Francesco, colui che più di tutti al mondo insiste ormai da quasi tre mesi a lanciare appelli di pace. Le due giovani donne, accompagnate dall’ambasciatore ucraino presso la Santa Sede Andrii Yurash, hanno chiesto a Papa Bergoglio di intervenire per salvare le vite dei loro mariti e degli altri militari ucraini.
YULIYA E KATARYNA: “ABBIAMO CHIESTO AL PAPA DI AIUTARCI, CHIEDIAMO CHE SIA LUI IL MEDIATORE”
«Nella Azovstal di Mariupol non hanno cibo, acqua, medicine e cure sanitarie. E’ una situazione terribile. Anche l’acqua dei tubi dell’acciaieria sta finendo. Non possiamo stare seduti a guardare queste terribili notizie. Ogni giorno uno o due soldati feriti stanno morendo», hanno spiegato ai giornalisti in Vaticano le due moglie dei soldati Azov, riferendo del breve colloquio con Papa Francesco in Piazza San Pietro.
Yuliya e Kataryna hanno poi sottolineato che all’interno dell’acciaieria potrebbero comunque esserci ancora dei civili, specie tra i feriti: «ci sono le famiglie dai militari. Hanno paura ad essere evacuati perché hanno paura che i militari russi non li lasciano andare nei territori ucraini perché le persone che vengono evacuate da Azovstal vanno prima nei campi russi e la Federazione russa poi non lascia andare via da lì. Hanno paura di essere torturati e uccisi». Kataryna Prokopenko ha poi spiegato di aver chiesto al Papa e alla sua delegazione di intervenire per mediare sulla fine dell’assedio all’Azovstal: «Siamo pronti all’azione del Papa, della sua delegazione, e i nostri soldati sono pronti a essere evacuati in paesi terzi, sono pronti a deporre le armi in caso di evacuazione in paesi terzi». Poco dopo Yuliya Fedosiuk ha invece spiegato di aver richiesto al Papa un aiuto concreto, «chiediamo al Papa di essere mediatore in questa guerra e di farli passare attraverso un corridoio umanitario. Gli abbiamo chiesto di venire in Ucraina, di venire a Zaporizhzhia e di parlare con Putin per dirgli di lasciarli andare».