“L’indifferenza origina il male” secondo Papa Francesco

Nella sua omelia odierna, celebrata nella Cattedrale di Asti, Papa Francesco ha voluto portare agli occhi dei fedeli una realtà, ovvero che “l’onda del male origina sempre dall’indifferenza”. Il male sarebbe “il contagio letale dell’indifferenza, una brutta malattia“, che comincia sempre nello stesso modo “dal prendere le distanze, dal guardare senza far nulla, dal non curarsi, poi si pensa solo a ciò che interessa e ci si abitua a girarsi dall’altra parte”. Un rischio che tutti corriamo, quello di cadere nell’onda del male, ma che pesa anche parecchio sulla fede “che appassisce se resta una teoria e non diventa pratica”.



“Ho sentito”, ha continuato Papa Francesco, di persone “che dicono di credere in Dio e di volere la pace, ma non pregano e non si prendono cura del prossimo e anche non si interessano a Dio e neanche alla pace. Quindi cristiani solo di parola”. Mentre, però, il Vangelo custodisce tutte le risposte che ci servono, come la storia del buon ladrone che “ci invita a vincere il male smettendo di rimanere spettatori”, perché “l’indifferenza è peggio di fare del male“.



Papa Francesco: “Tante cose non vanno nella Chiesa, reagiamo”

Papa Francesco nella sua omelia alla Cattedrale di Asti ha anche puntato il dito contro la Chiesa, portatrice di parecchie cose che non vanno bene, come il resto della società. “Sta a noi scegliere se essere spettatori o coinvolti”, ha spiegato, “vediamo le crisi di oggi, il calo della fede, la mancanza di partecipazione. E cosa facciamo? Ci limitiamo a fare teorie, ci limitiamo a criticare, o ci rimbocchiamo le maniche, prendiamo in mano la vita, passiamo dai ‘se’ delle scuse ai ‘sì’ della preghiera e del servizio?”, si è chiesto.



“Tutti”, ha continuato Papa Francesco nella sua omelia, “pensiamo di sapere che cosa non va nella società, tutti ne parliamo tutti i giorni di questo, anche che cosa non va nella Chiesa, tante cose non vanno nella Chiesa, ma poi facciamo qualcosa? Ci sporchiamo le mani come il nostro Dio inchiodato al legno o stiamo con le mani in tasca a guardare?”. Nella chiesa a suo avviso servono nuovi preti, giovani, “veramente ‘trasgressivi’, non conformisti, che non siano schiavi di un cellulare, ma cambino il mondo come Maria, portando Gesù agli altri, prendendosi cura degli altri, costruendo comunità fraterne con gli altri, realizzando sogni di pace”.