LA TEOLOGIA E IL PENSIERO DA “RIPENSARE”: LA PREFAZIONE DI PAPA FRANCESCO

«L’ultimo passo della ragione è il riconoscere che vi sono un’infinità di cose che la sorpassano»: comincia con una citazione di Blaise Pascal la prefazione di Papa Francesco all’ultimo libro di monsignor Antonio Staglianò, Presidente della Pontificia Accademia Teologica. Pubblicata integralmente da Vatican News, la prefazione del Santo Padre punta il mirino sul tema centrale della teologia e sul “pensiero cristiano da ripensare” per ridare le giuste proporzioni nel vitale rapporto tra fede, cultura e ragione.



«La vita è più grande e il nostro cuore è un abisso», aggiunge il Papa nell’incalzare la Chiesa di oggi sulla necessità di rinnovare l’impostazione teologica: «Si comprende così che il compito della teologia non può limitarsi a una sistemazione ordinata di idee e di concetti. Sempre dobbiamo vigilare contro il fantasma del razionalismo illuminista, che ci porta a organizzare i contenuti della fede, riducendola però a una teoria staccata dalla realtà concreta». Non solo, nell’attuale cambiamento d’epoca «abbiamo bisogno, perciò, di nuove strade e di nuovi paradigmi», scrive Papa Francesco nella prefazione dove ricalca la necessità di “ripensare il pensiero”: «è il tentativo audace di questo libro e della riflessione teologica di monsignor Antonio Staglianò, Presidente della Pontificia Accademia Teologica, il quale si fa autore di una incursione creativa nel fare teologia, scrivendo alcune lettere ai “grandi” della filosofia e della teologia».



PAPA FRANCESCO: “LA TEOLOGIA SAPPIA DI CARNE E DI POPOLO”

Il centro del cristianesimo ha il suo centro vitale, il suo incontro effettivo, con la persona umana di Gesù di Nazareth, figlio di Dio: «il cristianesimo ha il suo centro vitale nell’incarnazione di Dio in Gesù, che per molti continua a essere uno scandalo e che sempre siamo tentati di edulcorare a favore di una “fede intellettuale” e spesso borghese». Per Papa Francesco, citando il cardinale Newman, non bisogna “razionalizzare la fede” in quanto così la ragione arriva ad usurpare la fede: «Abbiamo bisogno di recuperare la via di una teologia incarnata, che non nasce da idee astratte concepite a tavolino, ma sgorga dai travagli della storia concreta, dalla vita dei popoli».



Meno “scienza di fede” e più “sapienza spirituale”, meno “teoria” e più “carne sofferente”: così Papa Francesco si immagina la teologia adatta di ripensare il cristianesimo al giorno d’oggi: «una teologia che da “sapere accademico” diventa “sapore del cuore”, per suscitare divine inquietudini e incoraggiare il desiderio umano ad affacciarsi ai bordi del Mistero di Dio». Per il Pontefice serve dunque una teologia che non si affanna tanto a prendere “le misure” del Mistero di Dio, bensì «si lascia sorprendere dal suo amore senza misura, avventurandosi con entusiasmo nel rischio dell’evangelizzazione e nel servizio al Popolo Santo di Dio». Presentando il libro di mons. Staglianò, conclude Papa Francesco, occorre impegnarsi per quella teologia che «sa di carne e di popolo», che mischi accademia e strada, «non solo la ricerca scientifica, ma anche le domande del cuore; non solo la ragione, ma anche l’immaginazione; e, soprattutto, una teologia che cerca e discerne il ritmo dell’amore di Dio negli incerti passi dell’uomo».