Nella mattina di oggi Papa Francesco ha ricevuto a Palazzo Apostolico une delegazione proveniente dal Simposio Globale Uniservitate – dedicato in questa quinta edizione al cosiddetto service-learning e al Patto Educativo Globale lanciato nel 2019 dallo stesso pontefice – con la quale ha discusso delle sfide attuali del sistema educativo e delle modalità migliori per arginare una crisi che si protrae ormai da troppi anni; il tutto con un fermo invito da Papa Francesco a tenere le “ideologie” il più lontano possibile dalle aule scolastiche, riscoprendo quella che lui chiama “cultura della curiosità” tipica dei bambini e della loro fase dei ‘perché’.
Partendo dal concetto di service-learning Papa Francesco ha chiarito che si tratta di un tipo di educazione pensata appositamente per coltivare la “responsabilità comunitaria degli studenti” con una serie di progetti sociali integrati nel loro cammino educativo che rimanda alla famosissima scena – citata dallo stesso pontefice – del film ‘L’attimo fuggente‘ in cui Robin Williams invita i suoi studenti a “salire sui banchi” per osservare la classe e il mondo interno “da un altro punto di vista” in un esempio perfetto e concreto di educazione che non sia “solo trasmissione di contenuti” ma anche – se non soprattutto – “trasformazione della vita”.
La nota dolente richiamata da Papa Francesco nel suo discorso ci riporta – però – all’attualità e alla realtà dei fatti in cui l’educazione e l’apprendimento sono sempre più asserviti ed appiattiti a “determinati programmi” dettati da “interessi politici ed economici” in una generale “uniformità” che vuole essere un chiaro tentativo di “condizionamento ideologico“: l’esito – sotto gli occhi di tutti – è che il cammino educativo viene “falsato”, riducendosi ad un semplice “strumento” che dimentica il suo ruolo di “promozione della dignità umana e dalla ricerca della verità“.
Papa Francesco: “Conto l’educazione ideologica dobbiamo imparare a guardare il mondo con il cuore”
Quello che serve contro il marasma ideologico nell’educazione – sempre secondo Papa Francesco – è una nuova missione comunitaria per rinnovare l’imprescindibile passione educativa basata “sull’ascolto, il dialogo e la comprensione” che vada ben oltre i confini chiusi delle aule scolastiche per insegnare l’importanza del dialogo: secondo il pontefice – infatti – è fondamentale che giovani e giovanissimi entrino in contatto fin dalla più tenera età con “la realtà che li circonda”, diventando dei veri e propri servitori del bene comune.
In tal senso, la strada che Papa Francesco propone di percorrere è quella – già richiamata all’inizio di questo articolo – della “cultura della curiosità” imparando ad ascoltare veramente le domande di bambini e – soprattutto – iniziando a “farne anche noi” per scoprire (o riscoprire) il mondo che ci circonda: “In un mondo liquido – conclude Papa Francesco – è necessario parlare di nuovo con il cuore” per sconfiggere “il nemico” più grande dei tempi moderni, ovvero “le ideologie [che] non ci fanno crescere [e] sono nemiche della maturazione“.