Deve averla vista Papa Francesco prima di scrivere la toccante lettera al Presidente di Fiera Milano: l’immagine più incredibile che ha colpito tanti è quella benedizione fatta dall’Arcivescovo di Milano Delpini davanti agli operai che senza sosta per 14 giorni e notti hanno lavorato al nuovo ospedale anti coronavirus in Fiera Milano. Un abbraccio della Chiesa e di tutto il popolo di Milano a quelle persone che rischiando il contagio e la malattia hanno messo in piedi un’opera che in tempi normali avrebbe richiesto mesi se non anni. L’ospedale nuovo in Fiera Milano non è un semplice “ospedale da campo” ma è una struttura medica con tutti i canoni e i crismi, con potenziali 400 posti di terapia intensiva che già da sabato verranno riempiti come annunciato nei giorni scorsi dal Presidente Fontana assieme al Presidente di Fiera Milano Enrico Pazzali.
Ebbene, il giorno stesso della presentazione dal Vaticano è arrivata una lettera scritta di proprio pugno dal Santo Padre che la redazione del Sussidiario.net ha potuto visionare. «Gentile sig. Pazzali, la situazione dolorosa che stiamo attraversando comporta un’acuta sofferenza per le nostre famiglie e le nostre comunità. La vostra regione, in modo particolare, sta patendo un impatto molto forte. Ogni giorno mi giungono testimonianze di ciò che nella vostra comunità è effetto della pandemia del Covid-19: siete stati investiti da una realtà impensabile che avete dovuto affrontare quasi improvvisamente mettendo in luce l’anima della vostra terra. I momenti difficili hanno la capacità di svelare l’anima dei nostri popoli!», si legge nella prima intensa parte.
LETTERA DI PAPA FRANCESCO ALLA FIERA “SPERANZA PER LA GENTE”
Un esempio di costruzione per l’altro e con l’altro, un simbolo di “abbraccio fraterno e solidale” nel momento del bisogno: la costruzione dell’ospedale in Fiera Milano per combattere il coronavirus nella Regione più colpita dalla pandemia ha significato e significherà tanto nei prossimi mesi, come ben illustra Papa Francesco ringraziando chi ha messo in piedi quest’opera dal nulla (dal progettista Guido Bertolaso fino all’ultimo operaio). «La dedizione, la disponibilità a mettersi in gioco, l’impegno, il sacrificio e l’abnegazione che sto constatando in tutto il popolo italiano, in mezzo al dolore è motivo di consolazione, ringraziamento e speranza. I cittadini consapevoli della loro responsabilità, stanno diventando la migliore risposta a questa pandemia: medici, infermieri e infermieri, addetti dei supermercati, dei trasporti, delle pulizie, forze dell’ordine, sacerdoti, religiosi e tanti altri che stanno lasciando tutto per mettersi al servizio della comunità», sottolinea ancora il Santo Padre nella lettera a Pazzali.
Il Papa desidera poi benedire, proprio come fatto da Delpini, «le mani di tutti gli operai e gli impiegati che stanno costruendo un nuovo ospedale destinato all’emergenza delle coronavirus. Le loro mani non solo innalzano le pareti di un edificio, ma costruiscono la speranza della gente». Nell’ultima parte, Papa Francesco conclude citando il Vangelo per quest’opera dal fortissimo valore simbolico e umano: «Tutte queste azioni ci mostrano, ancora una volta, che la via da seguire passa attraverso lo stringere legami, il tendere le mani tende le mani e unirci vicendevolmente nella costruzione più bella da realizzare: la vita della nostra comunità. Solo così saremo capaci di aiutarci a ‘portare i pesi gli uni degli altri’ (cfr Gal 6,2) come impone questa situazione. Grazie per la vostra testimonianza. Il signore vi benedica e la vergine Santa abbia cura di voi e delle vostre famiglie. E per favore non dimenticatevi di pregare per me».