PAPA FRANCESCO NON ANDRÀ IN UCRAINA E RUSSIA (ALMENO A BREVE)

Nella lunga intervista alla Tvi/CNN Portogallo Papa Francesco annuncia che non andrà almeno a breve termine in Ucraina e Russia: nelle scorse settimane era cresciuta in ambienti del Vaticano la convinzione che il Santo Padre ben presto sarebbe andato a Kiev e forse anche a Mosca (generando in questo già non poche critiche dal Governo ucraino). Tanto Mons. Paul Gallagher (segretario per i Rapporti con gli Stati) quanto il Segretario di Stato Vaticano Card. Parolin si erano espressi in favore di una prossima visita del Santo Padre a Kiev. L’intenzione era quella di trovare un appuntamento successivo alla visita in Kazakistan (prevista tra il 13 e il 15 settembre) ma ora Papa Francesco chiude la “porta”: «Ora non posso andare perché dopo la trasferta in Canada il recupero del ginocchio si è un pò risentito, ed il medico me lo ha proibito: ‘Non puoi andare in Kazakhstan’, ma mi sono tenuto in contatto, per telefono».



Papa Francesco racconta come diversi rappresentanti del Vaticano sono stati a Kiev dall’inizio della guerra: «la mia presenza lì è forte. Accompagno con il mio dolore e con le mie preghiere, tutto ciò che posso, ma la situazione è davvero tragica». Nell’Angelus tenuto ieri in Piazza San Pietro dopo la Beatificazione di Papa Giovanni Paolo I, Bergoglio ha rivolto nuovamente le preghiere della Chiesa di Cristo verso il popolo martoriato dell’Ucraina: «ci rivolgiamo in preghiera alla Vergine Maria, perché ottenga il dono della pace in tutto il mondo, specialmente nella martoriata Ucraina. Lei, la prima e perfetta discepola del Signore, ci aiuti a seguire l’esempio e la santità di vita di Giovanni Paolo I».



PAPA FRANCESCO DALLA GUERRA ALLA PEDOFILIA: “MOSTRUOSITÀ, MICA SOLO NELLA CHIESA…”

Dal dolore della guerra alle sfide che la Chiesa continua ad affrontare dopo il Concistoro di fine agosto in cui è stato fatto il “punto” con il Collegio Cardinalizio: Papa Francesco nell’intervista alla tv portoghese affronta nuovamente l’emergenza pedofilia definendola semplicemente come una «mostruosità». Secondo il Santo Padre, «Un prete non può continuare a essere prete se è un molestatore. Non può. Perché sia malato o un criminale, non lo so. Il sacerdote esiste per dirigere gli uomini a Dio e non per distruggere gli uomini in nome di Dio. Tolleranza zero. E deve continuare ad essere così».



Papa Francesco ha poi sottolineato come il dramma della pedofilia non dipenda dalla presenza del celibato dei sacerdoti, come invece molti ritengono attaccando le norme della Chiesa: «L’abuso – ha continuato – è prima di tutto una cosa distruttiva, umanamente diabolica. Nelle famiglie non c’è il celibato e si verifica». Ciò significa, spiega ancora il Pontefice, che la pedofilia e gli abusi sono una mostruosità «di un uomo o di una donna nella Chiesa che è psicologicamente malato o malevolo e usa la sua posizione per la propria soddisfazione personale». Papa Francesco denuncia poi le gravi emergenze sociali e famigliari degli abusi, sottolineando come «penso sia il 42% o il 46% degli abusi che avvengono in famiglia o nel quartiere. E questo si nasconde». In famiglia, come nella scuola e o nello sport – conclude il Papa – «si registrano più casi di abusi rispetto che in chiesa ma anche se fosse l’1%, è una mostruosità».