«La missione, la “Chiesa in uscita” non sono un programma, una intenzione da realizzare per sforzo di volontà. È Cristo che fa uscire la Chiesa da se stessa. Nella missione di annunciare il Vangelo, tu ti muovi perché lo Spirito ti spinge e ti porta»: lo scrive Papa Francesco nel messaggio per la Giornata missionaria mondiale 2020, citando un brano del suo libro-intervista “Senza di Lui non possiamo far nulla”. Nell’editoriale dell’Osservatore Romano a firma Andrea Tornielli (direttore editoriale del Dicastero per la Comunicazione della Santa Sede) viene ripreso quel passaggio centrale del Papa ribadito ancora nella scorsa Santa Messa per la Pentecoste all’Altare della Cattedra in San Pietro. La missione della Chiesa alla ripresa dalla crisi Covid-19 si “avvicina” allo stesso tradizionale modo di comunicarsi del cristianesimo fin dai tempi di Gesù: un incontro e non una “strategia”, permesso però dalla presenza costante dello Spirito che dona vita anche oggi, 2020 anni dopo la venuta del Cristo.



«Lo Spirito Santo è la novità che opera nel mondo, è la presenza di Dio con noi e si “unisce al nostro spirito”. Senza lo Spirito Dio è lontano, Cristo resta nel passato, il Vangelo è lettera morta, la Chiesa una semplice organizzazione, l’autorità dominio, la missione propaganda, il culto una semplice evocazione e l’agire umano una morale da schiavi», spiegava Ignazio Metropolita di Londicea il 5 luglio 1968 intervenendo all’Assemblea generale del Consiglio ecumenico delle Chiese (e citato dall’Osservatore Romano).



LA “STRATEGIA” È L’INCONTRO

«Scopriamo la prima opera della Chiesa: l’annuncio. Eppure vediamo che gli apostoli non preparano una strategia; quando erano chiusi lì, nel Cenacolo, non facevano la strategia, no, non preparano un piano pastorale…»: lo spiegava Papa Francesco nell’omelia della Messa di Pentecoste, tenuta domenica scorsa in San Pietro mentre la Piazza fuori cominciava a riempirsi per la prima volta dopo la fine del lockdown. L’invito del Papa si unisce a quello fatto nel recente messaggio inviato alle Pontificie Opere Missionarie (POM): «l’orizzonte della missione della Chiesa è l’ordinarietà della vita di ogni giorno, non i cenacoli elitari, e che Gesù ha incontrato i suoi primi discepoli mentre erano impegnati nel loro lavoro quotidiano, non a un convegno, o a un seminario di formazione, o al tempio». Per portare l’annuncio del Vangelo nel mondo frastornato dal coronavirus e dal secolarismo più aspro di sempre, per Papa Bergoglio, non occorre una particolare “riforma” o “nuova fondazione”: il Santo Padre ha chiesto alle POM di «non complicare ciò che è semplice», suggerendo invece che esse continuino a essere uno «strumento al servizio del Papa e delle Chiese locali».