LA NUOVA COSTITUZIONE DEL VATICANO DAL 7 GIUGNO: ECCO COSA CAMBIA

Lo scorso 13 maggio Papa Francesco ha approvato la nuova “Costituzione” dello Stato Vaticano, sostituendo quella del 26 novembre 2000 attuata da San Giovanni Paolo II: la nuova “Legge Fondamentale dello Stato della Città del Vaticano” è già entrata in vigore lo scorso 7 giugno, a commemorazione della prima storica Costituzione siglata da Pio XI il 7 giugno 1929 a seguito dei Patti Lateranensi. La riforma di Papa Francesco segue la costituzione apostolica “Praedicate evangelium” sulla Curia romana, approvata lo scorso 5 giugno 2022 e in generale tutta una serie di leggi e riforme legate alla gestione della Chiesa Cattolica, tanto in Vaticano quanto nei servizi internazionali.



«Chiamato ad esercitare in forza del munus petrino poteri sovrani anche sullo Stato della Città del Vaticano, che il Trattato lateranense ha posto come strumento per assicurare alla Santa Sede l’assoluta e visibile indipendenza e per garantirle la sovranità anche nel campo internazionale, ho ritenuto necessario emanare una nuova Legge Fondamentale per rispondere alle necessità dei nostri giorni», così scrive Papa Francesco nel documento del Vaticano che annuncia la nuova Costituzione aggiornata rispetto alle due precedenti, «Predisposta e formulata per dare costitutiva fisionomia allo Stato, ai suoi poteri e all’esercizio delle derivanti funzioni, questa Legge – che succede a quella del 1929 e sostituisce quella del 2000 – assume e completa gli aggiornamenti normativi sin qui emanati e i mutati profili istituzionali resi operativi nello Stato anzitutto, con la riforma della Legge sulle fonti del diritto, della Legge sul Governo dello Stato e della Legge sull’ordinamento». 24 articoli in tutto con cui la Santa Sede concede “costitutiva fisionomia” allo Stato, ai suoi poteri, all’esercizio delle funzioni, ed «assume e completa gli aggiornamenti normativi già emanati e i profili istituzionali resi operativi nello Stato con le riforme delle Leggi sulle fonti del diritto, sul Governo dello Stato sull’ordinamento giudiziario».



PAPA FRANCESCO “MONARCA ASSOLUTO”?: LE POSIZIONI DOPO LA LEGGE DEL VATICANO

Esattamente come nella precedente Costituzione del 2000, Papa Francesco conferma «la pienezza della potestà di governo del Sommo Pontefice che comprende il potere legislativo, esecutivo e giudiziario»; viene confermata la «singolare peculiarità e l’autonomia dell’ordinamento giuridico vaticano», distinto da quello della Curia Romana e inoltre viene confermato che «l’esercizio di ogni potere conseguente sul territorio, definito dal Trattato lateranense, e negli immobili e nelle aree dove operano istituzioni dello Stato o della Santa Sede e sono vigenti, in forza del diritto internazionale, garanzie e immunità personali e funzionali». Si ampliano i poteri della Pontificia Commissione, che ora sarà costituita non solo da cardinali: potranno farvi parte anche laiche e laici, mentre è più stringente la regolamentazione del bilancio preventivo e consuntivo.



Dopo diverse settimane di commenti e focus sulla nuova Costituzione del Vaticano, in particolare uno oggi di Cesare Maffi su “Italia Oggi” pone l’attenzione su un possibile aspetto critico della nuova legge approvata dal Santo Padre: «Papa Francesco è un monarca assoluto», o quanto meno conferma di esserlo in contrordine rispetto ai proclami fatti in questi 10 anni di Pontificato circa l’allargamento dei poteri curiali. Tanti interventi, molte riforme per provare a modificare radicalmente la gestione della Curia in Vaticano, ma anche tante difficoltà per arrivare a definire la “Praedicate Evangelium” del 2022: secondo “ItaliaOggi” il Papa si è dimostrato «tutt’altro che lineare nel comportamento. Ora si dimostra disponibile e, per dirla con una parola che ben difficilmente è applicabile a due millenni di Chiesa cattolica, democratico; ora si presenta rigido, ai limiti dell’apparire indisponente». Una critica durissima, forse anche troppo feroce visto che quel passaggio su poteri accentrati nella persona del Papa erano già previsti nella Costituzione approvata da San Giovanni Paolo II. Il tema semmai resta capire quale effettivo potere vi sia nella gestione della “cosa pubblica” della Santa Sede, o almeno come possono stare insieme l’ampliamento e l’allargamento di molti istituti e commissioni vaticane con il parallelo “rigido” imprimatur da “monarca assoluto”, citazione diretta di “ItaliaOggi”.