LA CONFERENZA STAMPA DI PAPA FRANCESCO NEL RITORNO DALL’AFRICA
«Tutto il mondo è in guerra, in autodistruzione, fermiamoci in tempo!»: lo ha intimato Papa Francesco nella conferenza stampa sul volo di ritorno dal Sud Sudan verso Roma Fiumicino, al termine dello storico viaggio in Africa del Santo Padre in questa ultima settimana. A fianco dell’arcivescovo di Canterbury Justin Welby, e del moderatore dell’assemblea generale della Chiesa di Scozia Ian Greenshields, Papa Francesco ha come sempre dialogato con i giornalisti sul volo di ritorno dal Viaggio Apostolico che lo ha visto toccare le tante tappe in Congo e Sud Sudan.
Vedendo con mano la povertà e le violenze vissute da quelle popolazioni, il Papa lancia il grido di allarme per tutte le situazioni internazionali assai critiche: «Il mondo è in autodistruzione, fermiamoci in tempo perché se si asseconda l’escalation non sai dove vai a finire». Ucraina, Siria, Africa, Yemen, Myanmar e tanti altri conflitti in America Latina e nel Sud est asiatico: «si va di bomba in bomba e non si sa dove va a finire. Oggi credo che nel mondo questa sia la peste, la peste più grande, l’affare, la vendita delle armi». Si dice pronto Papa Bergoglio ad incontrare anche subito i due leader di Russia e Ucraina – Putin e Zelensky – «sono aperto per l’incontro. Se io non sono andato a Kiev è perché non è possibile per il momento andare a Mosca ma chiedo il dialogo».
PAPA FRANCESCO: “SENZA ETICA CHI STRUMENTALIZZA LA MORTE DI RATZINGER”
Nel corso della conferenza stampa in aereo, Papa Francesco torna poi sulle polemiche nel rapporto tra la Chiesa e le persone omosessuali dopo l’ormai famosa intervista alla rivista americana nelle scorse settimane: «se una persona di tendenza omossessuale è credente, cerca Dio, chi sono io per giudicarlo? Questo ho detto in quel viaggio. Secondo, tornando dall’Irlanda, è stato un viaggio un po’ problematico perché quel giorno era uscita la lettera di quel ragazzo… ma lì ho detto chiaramente ai genitori: i figli con questo orientamento hanno diritto di rimanere in casa, non potete cacciarli via di casa. E poi ultimamente ho detto qualcosa, non ricordo bene cosa, nell’intervista alla Associated Press. La criminalizzazione dell’omosessualità è un problema da non lasciar passare». Le persone gay, ribadisce Papa Francesco, sono come tutti «figli di Dio, Dio gli vuole bene, Dio li accompagna. È vero che alcuni sono in questo stato per diverse situazioni non volute, ma condannare una persona così è peccato, criminalizzare le persone di tendenza omosessuale è una ingiustizia. Non sto parlando dei gruppi, ma delle persone. Alcuni dicono: fanno dei gruppi che fanno chiasso, io parlo delle persone, le lobby sono un’altra cosa, sto parlando delle persone. E credo che il Catechismo della Chiesa Cattolica dice: non vanno marginalizzati. Credo che la cosa su questo punto sia chiara».
Particolare e delicato il passaggio sul predecessore Papa Emerito Papa Benedetto XVI, in particolare sul rischio di divisioni all’interno della Santa Chiesa Cattolica: qui Francesco si fa molto serio e spiega nelle sue risposte a braccio davanti ai giornalisti in volo, «ho potuto parlare di tutto con Papa Benedetto. (Anche per, ndr.) cambiare opinione. Lui sempre era al mio fianco, appoggiando e se aveva qualche difficoltà, me la diceva e parlavamo. Non c’erano problemi». Bergoglio racconta un aneddoto sul suo rapporto con Ratzinger e non le manda a dire ad alcune persone vicine al Pontefice emerito scomparso di recente: «Una volta che io ho parlato del matrimonio delle persone omosessuali, del fatto che il matrimonio è un sacramento e che noi non possiamo fare un sacramento, ma che c’è una possibilità di assicurare i beni tramite la legge civile, che è cominciata in Francia… qualsiasi persona può fare una unione civile, non necessariamente di coppia. Le vecchiette che sono in pensione ad esempio… perché si possono guadagnare tante cose. Una persona che si crede un grande teologo, tramite un amico di Papa Benedetto, è andato da lui e ha fatto la denuncia contro di me. Benedetto non si è spaventato, ha chiamato quattro cardinali teologi di primo livello e ha detto: spiegatemi questo e loro lo hanno spiegato. E così è finita la storia. È un aneddoto per vedere come si muoveva Benedetto quando c’era una denuncia». Papa Francesco ne è convinto, crede che la morte di Benedetto XVI sia stata «strumentalizzata da gente che vuole portare acqua al proprio mulino. E quelli che strumentalizzano una persona così brava, così di Dio, quasi direi un santo padre della Chiesa, direi che è gente non etica, è gente di partito non di Chiesa… si vede in ogni parte, la tendenza a fare di posizioni teologiche dei partiti. Queste cose cadranno da sole, o se non cadranno andranno avanti come tante volte è accaduto nella storia della Chiesa. Ho voluto dire chiaramente chi era papa Benedetto, non era un amareggiato».