Papa Francesco, nel messaggio inviato ai partecipanti al congresso Woomb su “La rivoluzione Billings 70 anni dopo: dalla conoscenza della fertilità alla medicina personalizzata”, che si sta svolgendo in queste ore a Roma, presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore, ha detto “no” all’utero in affitto. “Oggi la separazione ideologica e pratica della relazione sessuale dalla sua potenzialità generativa ha determinato la ricerca di forme alternative per avere un figlio, che non passano più per i rapporti coniugali, ma si avvalgono di processi artificiali“, ha premesso.



In alcuni casi questi ultimi sono accettati dalla comunità cattolica, mentre in altri sono ritenute una forzatura in virtù di quello che è il rispetto nei confronti dei nascituri. “Se è bene aiutare e sostenere un legittimo desiderio di generare con le più avanzate conoscenze scientifiche e con tecnologie che curano e potenziano la fertilità, non lo è creare embrioni in provetta e poi sopprimerli, commerciare con i gameti e ricorrere alla pratica della maternità surrogata“, ha scritto il Pontefice.



Papa Francesco: “No a utero in affitto”. Il messaggio

Papa Francesco, nel suo messaggio, ha voluto evidenziare anche come la sessualità sia cambiata in questi anni. “Alla radice della crisi demografica in atto c’è, assieme a diversi fattori sociali e culturali, uno squilibrio nella visione della sessualità. È bene tenere sempre presente la connessione inscindibile tra il significato unitivo e quello procreativo dell’atto coniugale. Il primo esprime il desiderio degli sposi di essere una cosa sola, una sola vita; l’altro esprime la comune volontà di generare vita, che permane anche nei periodi di infertilità e nell’anzianità“.



È per questo motivo che, secondo il Santo Padre, è necessario ristabilire questi valori. “Una seria educazione appare oggi necessaria, in un mondo dominato da una visione relativistica e banale della sessualità umana. Essa chiede invece di essere considerata entro uno sguardo antropologico ed etico, in cui le questioni dottrinali siano approfondite senza semplificazioni indebite né rigide chiusure”.