Sul “Corriere della Sera” è stata pubblicata stamane l’introduzione di Papa Francesco al nuovo libro di Joseph RatzingerLa vera Europa, identità e missione”: un testo, quello del Papa Emerito Benedetto XVI, che analizza a fondo i motivi e i nodi della crisi dell’Europa a livello religioso, culturale e umano, prima ancora che politico-economico. Bergoglio si dice onorato di presentare e introdurre il volume che è una raccolta di testi scelti da Benedetto XVI sull’Europa, pubblicato per il 50esimo anniversario delle relazioni diplomatiche tra Santa Sede e Unione Europea.



«Con la limpidezza, l’immediata accessibilità e insieme la profondità che gli sono proprie, il Papa emerito delinea qui magnificamente quella “idea d’Europa” che ha indubbiamente ispirato i suoi Padri fondatori e che sta alla base della sua grandezza ed il cui definitivo offuscamento sancirebbe il suo complessivo e irreversibile declino», scrive Francesco nell’introduzione al suo predecessore. Ratzinger insegna, dice il Papa, «meglio di altri proprio colui che volle assumere il nome di Benedetto, anche per richiamare l’Europa alle sue radici —, alla base dell’Europa, della sua creatività, della sua sana prosperità e, prima di tutto, della sua umanità c’è l’umanesimo dell’incarnazione».



IL DESTINO (E LA SPERANZA) DELL’EUROPA

Nel testo dedicato all’Europa, il Papa Emerito scrive – riportato anche da Francesco nell’introduzione – «la figura di Gesù Cristo sta al centro della storia europea ed è il fondamento del vero umanesimo, di una nuova umanità. Perché se Dio è divenuto uomo, allora l’uomo acquisisce una dignità del tutto nuova. Se l’uomo invece è solo il prodotto di un’evoluzione casuale, allora la sua stessa umanità è un caso e così a un certo punto sarà possibile sacrificare l’uomo per scopi apparentemente superiori. Ma se Dio però ha creato e voluto ogni singolo uomo, le cose stanno in modo completamente diverso. E se Dio stesso è divenuto un uomo, se addirittura ha patito per l’uomo, allora l’uomo partecipa alla dignità propria di Dio. Chi erra su cosa è l’uomo, attacca Dio stesso». Come analizzano perfettamente gli ultimi due Pontefici, l’Europa sembra aver smarrito sempre più l’idea del rispetto di ogni vita umana a partire «dalla perdita della consapevolezza della sua sacralità, cioè proprio a partire dall’offuscamento della coscienza che siamo creature di Dio». La lungimiranza incarnata dal genio umano e teologico di Joseph Ratzinger, ha delineato già da anni il rischio e con esso la speranza che si cela nell’Europa cristiana: «Un motivo della mia speranza — scrive Benedetto XVI — consiste nel fatto che il desiderio di Dio, la ricerca di Dio è profondamente scritta in ogni anima umana e non può scomparire». In conclusione, sottolinea il Santo Padre, è possibile sempre dimenticare Dio e la testimonianza di Gesù, ma Lui «non scompare mai», l’iniziativa per venire a destare l’uomo è sempre Sua, «È semplicemente vero quanto dice sant’Agostino, che noi uomini siamo inquieti finché non abbiamo trovato Dio. Questa inquietudine anche oggi esiste. È la speranza che l’uomo sempre di nuovo, anche oggi, si ponga in cammino verso questo Dio».

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