IL CARDINALE BETORI VA IN PENSIONE: PAPA FRANCESCO NOMINA AL SUO POSTO UN PARROCCO MISSIONARIO
Con la pensione del cardinale Giuseppe Betori, Papa Francesco ha provveduto alla nomina del nuovo arcivescovo di Firenze sorprendendo un po’ tutti: come chiarisce il bollettino del Vaticano del 18 aprile, al posto del cardinale 77enne viene nominato Arcivescovo Metropolita di Firenze (Italia) il Rev.do Gherardo Gambelli, finora parrocco della Madonna della Tosse sempre a Firenze. Un prete missionario, classe 1996, al posto di uno dei cardinali più autorevoli e importanti d’Italia che per 16 anni ha guidato l’Arcidiocesi fiorentina: così la decisione del Santo Padre comunicata al Palazzo di Piazza San Giovanni con il lungo bollettino della Santa Sede.
«Il Santo Padre ha accettato la rinuncia al governo pastorale dell’Arcidiocesi Metropolitana di Firenze (Italia), presentata da S.Em.za Rev.ma il Card. Giuseppe Betori», scrive il Vaticano ricordando come in realtà il cardinale Betori già due anni fa aveva presentato le canoniche rinunce al governo pastorale in quanto 75enne appena compiuti. In quel caso però Papa Francesco aveva scelto di confermarlo per due anni “donec aliter provideatur” (“finché non si provveda in altro modo”). E così si è arrivati alla nomina del parroco missionario fiorentino, molto conosciuto in città, molto meno fuori da Firenze.
CHI È DON GHERARDO GAMBELLI, NUOVO ARCIVESCOVO DI FIRENZE
In “soccorso” viene il curriculum vitae pubblicato dalla Santa Sede dopo la nomina ufficiale del nuovo arcivescovo di Firenze: mons. Gherardo Gambelli è nato nel 1969 a Viareggio nella diocesi di Lucca, ma è stato ordinato presbitero per l’Arcidiocesi di Firenze il 2 giugno 1996. Svariati gli incarichi ricoperti dal parroco della Madonna della Tosse, ruolo ricoperto dallo scorso anno: dopo la formazione ecclesiastica giovanile in Toscana, dal 2011 al 2022 padre Gambelli è stato sacerdote “fidei donum” in Ciad.
Nel corso degli anni ha ricoperto diversi incarichi missionari nel cuore dell’Africa: dal 2011 al 2017 è stato Parroco della Sainte Joséphine Bakhita nell’Arcidiocesi di N’Djaména e Responsabile della Pastorale vocazionale, oltre che insegnante nel Seminario Maggiore Nazionale Saint Luc di Bakara e Cappellano del carcere di N’Djaména. Dal 2018 al 2022 è invece stato nominato Parroco della Cattedrale Saint Ignace, Responsabile della Pastorale giovanile e Cappellano del carcere nel Vicariato Apostolico di Mongo, dove è poi divenuto vicario generale dopo il 2019. «Nel dare la mia disponibilità al Papa accettando la mia nomina ho percepito una chiamata di Dio a rendermi ancora più disponibile per sdebitarmi del dono immenso del Vangelo ricevuto prima e dopo la mia ordinazione sacerdotale», commenta il nuovo arcivescovo di Firenze, mons. Gambelli, nel suo saluto alla Città dopo la nomina giunta ieri.
“STOP” CARDINALI A FIRENZE E FORSE ANCHE A ROMA: LA “TRADIZIONE” INAUGURATA DA PAPA FRANCESCO
Si conferma così una tradizione recente voluta da Papa Francesco di puntare nelle grandi città italiane su pastori e parroci, prima di cardinali e arcivescovi con carriere già “imponenti”: da Genova a Milano, da Palermo a Napoli e Torino, fino a Venezia e ora anche Firenze. L’iter intrapreso dal Santo Padre è quella di procedere con gli avvicendamenti – tutte per raggiunti limiti di età fissata a 75 anni dalla Chiesa Cattolica – senza però nominare nuove porpore: di fatto ad oggi l’unico capoluogo che ha mantenuto la tradizione cardinalizia è Bologna, con la recente nomina a cardinale dell’arcivescovo Matteo Maria Zuppi.
Come spiega il “Messaggero” nel focus sul cambio vescovo a Firenze, i criteri voluti dal Papa sembrano essere sempre gli stessi: «uomini di Chiesa con profili piuttosto defilati ma con esperienze importanti nel sociale, nelle missioni, nella pastorale. Religiosi oppure anche parroci diocesani». E così lo stesso destino potrebbe presto averlo anche Roma dopo lo spostamento voluto da Papa Francesco del cardinale Angelo De Donatis non più vescovo vicario di Roma dallo scorso 7 aprile. Al suo posto Bergoglio ha stabilito che da ora in poi sarà il vescovo vicegerente – nuova figura nata con la Costituzione Apostolica “Ecclesiarum Communione ” – a portare avanti il lavoro della diocesi, al posto di un cardinale vicario, come invece sempre avvenuto in passato.