L’INTERVISTA DI PAPA FRANCESCO A “LA STAMPA”: “A GAZA VINCE SOLO LA MORTE”. IL PUNTO SULLA GUERRA IN TERRA SANTA

Una lunga e intensa intervista a Papa Francesco è apparsa questa mattina in esclusiva su “La Stampa” ai microfoni del vaticanista Domenico Agasso, occasione per fare un po’ il punto sui tanti dossier aperti nella Chiesa specie sul fronte internazionale (ma non solo). Dalla guerra in Terra Santa alle vicende più dottrinali legate al controverso documento “Fiducia Supplicans”, passando per un’ulteriore precisazione circa le possibili conclusioni: Papa Francesco invita a pregare per la pace e a cooperare per un futuro già ora più sostenibile, in ogni aspetto affrontato.



«C’era l’accordo di Oslo, tanto chiaro, con la soluzione dei due Stati. Finché non si applica quell’intesa, la pace vera resta lontana»: è netto il giudizio di Papa Francesco su come dovrebbe essere impostata la pace tra Israele e Hamas, con entrambi finora riottosi nell’accettare l’uno l’esistenza dell’altro. Secondo il Pontefice, che lo va ripetendo da anni ormai, occorre fermare subito le bombe e i missili, mettere fine agli atteggiamenti ostili. In ogni luogo», serve infatti un «cessate il fuoco globale perché siamo sull’orlo dell’abisso» verso quella che il Papa definisce da tempo una “terza guerra mondiale a pezzi”.



L’abisso della guerra non nasconde però qualche minima ma esistente speranza di pace: ancora Papa Francesco a “La Stampa” racconta ci come si stanno in realtà «svolgendo riunioni riservate per tentare di arrivare a un accordo. Una tregua sarebbe già un buon risultato». Figura cruciale e centrale nel dialogo per la pace, secondo il Pontefice, è il cardinale Pizzaballa in quanto «molto bravo a mediare, si muove bene». Condanna le atrocità nella Striscia – «a Gaza vince solo la morte» – ma Papa Francesco chiede anche la completa «liberazione degli ostaggi israeliani». Per quanto riguarda invece la guerra in Ucraina, Bergoglio ricorda la missione del cardinale Zuppi ancora in corso, «La Santa Sede sta cercando di mediare per lo scambio di prigionieri e il rientro di civili ucraini. In particolare stiamo lavorando con la signora Maria Lvova-Belova, la commissaria russa ai diritti dell’infanzia, per il rimpatrio dei bambini ucraini portati con la forza in Russia. Qualcuno è già tornato nella sua famiglia».



FIDUCIA SUPPLICANS, AI, CONCLAVE E DIMISSIONI: COSA HA DETTO PAPA FRANCESCO

Non di solo guerra e pace discute però Papa Francesco nella lunga intervista a “La Stampa” appena conclusa la Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani: «Cristo chiama tutti dentro», sottolinea il Santo Padre facendo riferimento diretto alle polemiche sollevate da diverse parti della Chiesa mondiale contro il documento “Fiducia Supplicans” con cui il Vaticano ha dato il via libera, con regole stringenti, alla benedizione delle coppie gay. «Il Vangelo è per santificare tutti. Certo, a patto che ci sia la buona volontà. E occorre dare istruzioni precise sulla vita cristiana (sottolineo che non si benedice l’unione, ma le persone)»; per Papa Francesco però essere peccatori lo si è tutti, sempre, «perché dunque stilare una lista di peccatori che possono entrare nella Chiesa e una lista di peccatori che non possono stare nella Chiesa? Questo non è Vangelo».

In merito ancora alle critiche sul documento firmato da lui stesso prima di Natale, il Papa osserva come chi protesta con veemenza «appartiene a piccoli gruppi ideologici», ad eccezione della Chiesa africana che vive il tema dell’omosessualità ancora come qualcosa di “brutto” dal punto di vista culturale, «non la tollerano», ma in generale «confido che gradualmente tutti si rasserenino sullo spirito della dichiarazione che vuole includere, non dividere. Invita ad accogliere e poi affidare le persone, e affidarsi, a Dio». Papa Francesco non teme alcuno scisma, precisa a domanda diretta, nonostante spesso ammette di sentirsi “solo”: «ma vado comunque sempre avanti, giorno dopo giorno. Sempre nella Chiesa ci sono stati gruppetti che manifestavano riflessioni di colore scismatico… bisogna lasciarli fare e passare… e guardare avanti».

In merito ale voci di possibili dimissioni per le sue condizioni di salute non sembrano infastidirlo, sottolinea Papa Francesco, in quanto «è una possibilità per ogni Pontefice. Ma adesso non ci penso. Se e quando non ce la farò più, inizierò eventualmente a ragionarci. E a pregarci su». In vista dei prossimi viaggi in Belgio, Timor Est, Papua Nuova Guinea e Indonesia, Papa Francesco rilancia i grandi temi sociali che ben presto impatteranno nella vita di tutti, a cominciare dall’intelligenza artificiale: «è un bel passo in avanti che potrà risolvere molti problemi, ma potenzialmente, se gestita senza etica, potrà anche provocare tanto male all’uomo». Di contro però, l’obiettivo dell’AI deve rimanere per la Chiesa sempre in armonia con la dignità della persona, «altrimenti sarà un suicidio». Ricordando infine come sono andati gli ultimi attimi in Conclave nel 2013 prima dell’elezione – «Dopo il mio intervento (sulla “Chiesa in uscita”, ndr) è scattato un applauso, inedito in tale contesto. Ma io assolutamente non avevo intuito ciò che molti mi avrebbero poi rivelato: quel discorso è stata la mia “condanna» – Papa Francesco chiosa parlando del suo servizio per la Chiesa verso il mondo: «mi sento parroco di una parrocchia molto grande, planetaria, certo, ma mi piace mantenere lo spirito da parroco. E stare in mezzo alla gente. Dove trovo sempre Dio».